Sono solidale con te, con le tue rimostranze riguardo le sibilline affermazioni del comico Crozza, che anche a me fa ridere raramente, e del suo accostamento di San Benedetto con la S.P. Bonifica, non come importante arteria stradale ma come locale metafora come luogo di perdizione e di facili costumi.
Bravo, anzi bravissimo, sono con te, la nostra riviera delle palme, che altri se la sognano, merita ben altri accostamenti e forse Crozza meriterebbe un bel 4 in geografia.
E se invece quel comico sia inciampato in un lapsus freudiano ed abbia accostato la città solo alla Bonifica in quanto Abruzzo, ed abbia saputo come il Piceno, per scelte politiche, rapporti sociali e commerciali abbia veramente poco a che fare con la nostra regione ?
Pensavo questo riguardo la distrazione della politica marchigiana nei confronti di questo territorio e potremmo compilare una casistica a mò di elenco telefonico per dimostrarlo ma basta andare a braccio e ricordare, ad esempio, l’umiliante ed attualissima vicenda del balletto dei direttori ASL, i tagli ai servizi per l’ascolano, la storia del quadrilatero per l’Umbria mentre l’Ascoli-Teramo rimane una mulattiera, lo spazio concesso dal servizio regionale pubblico,la sconcertante vicenda dei fondi regionali finita al TAR, l’attenzione e la puntualità , invece, quando si tratta di individuare attività ambientali rilevanti ( eufemismo), per finire con la determinante complicità regionale nella abominevole vicenda della divisione della provincia.
Il Piceno, soprattutto dopo l’imposta divisione con Fermo, avverte profondamente questo distacco, questa distanza non solo dal capoluogo regionale ma anche dal contesto marchigiano. E non è solo questione geografica o di diverso vernacolo, costumi, abitudini ma di una situazione oggettiva data da una scarsa attenzione della regione, o meglio quest’ultima è figlia, forse, della prima condizione. E Crozza, seppur involontariamente e goffamente, lo ha ricordato.
La nostra provincia, e San Benedetto che ne è uno dei pilastri su cui poggia, rischia di vivere un paradosso di essere di fatto un contesto più incline agli scambi ed agli affetti, spesso ricambiati, con i territori limitrofi di altre regioni, che con quelli con la provincia madre. Insomma esiste una provincia di fatto che non è quella che si identifica con le cartine geografiche.
Quindi una zona franca, nel senso peggiore della parola che o pretende una certa autonomia di programmazione o rischia di essere figlia di nessuno.
Per quest’ultima situazione, e ti confermo il mio plauso, particolarmente improvvido fu l’accostamento al sibillino significato della Bonifica».