Così, mentre i cittadini marchigiani assiepano i poliambulatori alla ricerca di una prenotazione sicura, loro spacciano come soluzioni patacche che si riveleranno peggiori della malattia. Eccoci così alla trovata del chirurgo a scelta, ovviamente a pagamento. Un tentativo goffo, che non riduce le liste di attesa, non risolve i problemi del Cup, introduce invece una carsica privatizzazione del sistema sanitario, consentendo l’uso di strutture pubbliche, già insufficienti e le lunghe liste d’attesa lo testimoniano, a favore della sanità per chi paga. Ci auguriamo che queste “sperimentazioni” trovino l’opposizione decisa non solo delle organizzazioni sindacali ma soprattutto dalle rappresentanze di cittadinanza attiva e d’impegno sociale così diffuse nella nostra regione».