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Parlamento Ue, direttiva su ritardi nei pagamenti
In Italia è pratica consolidata: si possono toccare anche oltre i 190 giorni di attesa
Secondo il rapporto EuropeanPayment Index 2010 in Italia il fenomeno del ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione è una pratica ormai consolidata. Si possono toccare anche oltre i 190 giorni mentre in Finlandia,Polonia ed Estonia i tempi di attesa non superano mai i 30 giorni. Per le nostre imprese fornitrici gli effetti sono drammatici: indebitamento,carenza di liquidità,blocco della produzione e spesso la chiusura della attività. Per tali motivi dopo una febbrile trattativa tra Parlamento Europeo,Commissione e Consiglio è stato raggiunto un accordo che consente la discussione in aula di una Direttiva comunitaria per un corretto funzionamento del mercato interno. Sarà posta in discussione giovedì 21 ottobre a Strasburgo in seduta plenaria e se approvata, come auspicabile,entrerà formalmente in vigore nei primissimi mesi del 2011.
La relatrice, l’europarlamentare tedesca socialdemocratica Barbara Weiler ha introdotto misure correttive che migliorano la proposta iniziale della Commissione Europea. Il nuovo testo prevede il pagamento delle fatture tra privati ad un massimo di 60 giorni,mentre per le pubbliche amministrazioni i pagamenti dovranno avvenire entro 30 giorni dalla ricezione della fattura estendibili ad un massimo di 60 giorni.
La direttiva introduce anche un calcolo d’interesse pari al tasso della BCE – Banca centrale europea- più otto punti percentuali. E’ previsto un risarcimento minimo dei costi di recupero fissato a Euro 40 e maggiorabile in relazione al valore della transazione. Rivendica il diritto del creditore ad ottenere giustizia entro i 90 giorni dall’avvio della procedura giudiziaria nei confronti del debitore.
Sarà impedita la possibilità di ricorrere ad accordi contrattuali che escludano gli interessi di mora,il risarcimento dei costi di recupero o che indichino termini di pagamento difformi da quelli indicati negli articoli della direttiva. L’iniziativa legislativa è stata presa in quanto la Commissione si è resa conto della inefficacia di una direttiva del 2000. In un mercato aperto come quello della UE la eterogeneità delle pratiche commerciali da Paese a Paese rischiava di compromettere il corretto funzionamento del mercato interno.