Texon, Rifondazione chiede di rivedere i limiti d'emissione provinciali

Texon, Rifondazione chiede di rivedere i limiti d'emissione provinciali

La proposta veniva incomprensibilmente rifiutata dalla maggioranza, senza una spiegazione plausibile

Invece che a carico di chi vuole realizzare l’impianto. Il gruppo di Rifondazione Comunista ha proposto di rivedere sia l’autorizzazione alle emissioni  della Provincia che l’autorizzazione a costruire della Regione Marche e valutare la possibilità di annullarle in autotutela.
Tale proposta veniva incomprensibilmente rifiutata dalla maggioranza, senza una spiegazione plausibile, e pensare che in precedenza tanti erano stati  gli interventi dei rappresentanti del Centrodestra, sostenuti anche dagli applausi del pubblico, tutti contrari alla realizzazione di questo impianto giudicato fortemente incompatibile con la vocazione turistica ed agricola della Valmenocchia , il consigliere Ciaralli  anche lui proponeva (a parole) l’annullamento della delibera di autorizzazione.
In sostanza dobbiamo dire che i componenti del Centrodestra sono bravi a richiedere consensi e applausi con tante belle parole, ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti e prendersi le proprie responsabilità si dileguano;la coerenza non abita proprio da quelle parti…
La decisione di proporre come indirizzo alla struttura gestionale l’annullamento in autotutela delle autorizzazioni è scaturita dagli interventi che anno evidenziato forti incongruenze procedurali; la Regione Marche ha autorizzato l’impianto il 24 .12.2009 (vigilia di Natale) il giorno prima che entrasse in vigore la L.R. 31/2009 che imponeva per questo tipo di impianti la VIA e la filiera corta per il combustibile, e nonostante mancasse l’autorizzazione provinciale alle emissioni, ma vi fosse solo un parere preventivo favorevole, procedura anomala, infatti è l’unico caso su circa 250 rilasciate della Regione Marche nel 2009.
L’autorizzazione alle emissioni della Provincia veniva emessa solo il 09.06.2010, sette mesi dopo ed in modo improprio, cumulando nella stessa altri sei punti di emissione legati direttamente all’attività produttiva, come se si trattasse dell’avvio di una nuova attività; ma  visto che tale attività è in funzione da oltre un ventennio, si deve desumere che fino ad oggi non avesse alcuna autorizzazione alle emissioni?
Siamo rammaricati per l’occasione persa di dare una risposta concreta alle preoccupazioni dei cittadini della Valmenocchia e per dare un’idea delle dimensioni della centrale, nonostante gli impianti di abbattimento degli inquinanti emessi, tale impianto emetterebbe polveri sottili pari a 7517 caldaie a metano per uso domestico (fonte: Politecnico di Milano).