Lo farà capire a chiare lettere stasera, all’incontro di Urbania organizzato dal sindaco Giuseppe Lucarini nell’ex colonia del Barco. Dove, oltre a amministratori, istituzioni e partiti, si raduneranno i membri del comitato “Fano-Grosseto” e il gruppo di Facebook che «vuole vedere ultimata la E-78». La volontà è quella di consolidare il movimento di pressione, anche attraverso manifestazioni di protesta in grado di sensibilizzare opinione pubblica e organi di informazione sulle sorti dell’«eterna incompiuta». In questo senso, il messaggio lanciato da Ricci coglie nel segno: «Sulla Fano-Grosseto – puntualizza -, abbiamo costruito nell’ultimo anno una politica di alleanze bipartisan, a livello provinciale e regionale. Ma c’è stato anche un lungo lavoro interregionale con le altre Province interessate: Grosseto, Siena, Arezzo e Perugia». Poi aggiunge: «Ci siamo presentati compatti, insieme alle rispettive Camere di Commercio, davanti al ministro Altero Matteoli. Che ci aveva garantito la convocazione di un tavolo tecnico per definire il percorso del tracciato mancante. Perugia e Arezzo si sono accordate: riconosciamo che questo impegno è stato mantenuto dal ministro». Ma in quell’occasione la delegazione ha fatto anche altre richieste. Perché, ricorda Ricci, «davanti a Matteoli si era convenuto di chiedere allo Stato, sulla base del tracciato definito, il finanziamento delle priorità stabilite dai territori. Che per noi sono il lotto 10, Santo Stefano di Gaifa-Bretella di Urbino, e la funzionalità della galleria della Guinza (lotto 4). Purchè si completi poi il collegamento con la E-45». Per ultimare l’opera servono 4 miliardi di euro. Bastano 2 miliardi, invece, per realizzare i lotti prioritari: «Siamo pragmatici e sappiamo che non si può avere tutto – osserva il presidente della Provincia -. Per questo, abbiamo scritto al ministro per chiedere un piano di investimenti, sulla base delle priorità. Perchè è fondamentale ripartire: ci dicano, però, quali lotti vogliono finanziare…». Per Ricci serve una mobilitazione di tutti, a iniziare dai cittadini. «La questione deve diventare nazionale: dobbiamo uscire dall’isolamento mediatico che attanaglia il Centro Italia. Perché se si continua a considerare prioritari il Ponte sullo Stretto o la Pedemontana lombarda, tagliando fuori il cuore del Paese, la Fano-Grosseto non si completerà mai».
Poi sottolinea un altro concetto: «Il tema dello sfondamento dell’Appennino è cruciale, anche per il nuovo Piano strategico. E’ la battaglia delle battaglie». Per questo, e anche per ribadire che «prima di partire con le nuove opere, bisogna finire quelle già iniziate», lancia l’idea: «Se l’incontro richiesto congiuntamente al ministro dalle 5 Province e dalle 3 Regioni tarderà, o se non darà risultati soddisfacenti, occuperemo a settembre la galleria della Guinza. Vogliamo che ministri, parlamentari, televisioni e giornali vengano sul posto, a vedere lo scempio della grande incompiuta…». Ma si andrà avanti a oltranza con la protesta? Lui è determinato: «Ci porteremo le tende, dormiremo lì dentro e ci daremo il cambio…».