La relazione evidenzia tra l’altro:
a)La mancanza di un sistema di contabilità economica, distinto dalla prescritta contabilità finanziaria, senza il quale non è possibile valutare l’economicità e la redditività delle attività dell'Ente; detto in parole povere: come si fa a sapere quanto rende un bene se non ne conosco il valore?
b)L’impossibilità di istituire un vero e proprio controllo di gestione, al fine di consentire la valutazione dell’efficacia dell’attività amministrativa, in quanto mancano i presupposti base perché tale controllo possa operare: non vi è, infatti, una distribuzione delle risorse basata su centri di costo ed obiettivi; in termini semplici: come si fa a definire efficiente un ufficio se non è scritto da nessuna parte quali obiettivi deve raggiungere, con quali mezzi e per quali finalità? E soprattutto, se questi sono i presupposti, come vengono assegnati al personale dirigenziale i compensi di risultato previsti nel CCNL se non si conoscono gli obiettivi da raggiungere?
Queste criticità organizzative non consentono di verificare l’ottimale impiego di risorse finanziarie pubbliche; né di appurare in quali dei molteplici centri di spesa o di servizi si verifichino sperperi di denaro pubblico, né di verificare la produttività lavorativa del personale dipendente. Tutto ciò comporta, nella migliore delle ipotesi, sprechi di denaro pubblico, non tollerabili in una situazione di “vacche magre” come quella attuale, in cui ci sono sempre meno soldi per i servizi ai cittadini e di conseguenza ogni singolo euro andrebbe speso con rigore economico oltre che etico. Inoltre, tale situazione crea l’occasione per un ampio spazio di discrezionalità nella gestione degli incarichi e dei premi al personale, in una parola, ad una distribuzione personalistica e secondo logiche di convenienza politica e non certo meritocratica del denaro di tutti noi.
Nella relazione, il Collegio ha inoltre invitato l’Ente ad assumere sollecite iniziative in ordine:
1)all'accertamento dei residui tributari relativi alle attività di recupero e lotta all’evasione ed a provvedere alla riduzione dei tempi di incasso dei residui passivi;
2)al contenimento di entrate aventi il carattere di eccezionalità, e più specificatamente le entrate derivanti dalla distribuzione delle "Riserve di trasformazione" della Società "Piceno Gas Distribuzione Srl", al fine della salvaguardia degli effettivi equilibri di bilancio.
In effetti tra le entrate di carattere eccezionale sulle quali si regge il bilancio del nostro comune c’è la voce recupero evasione fiscale: nel 2009 relativamente all’ICI, l’accertamento è stato addirittura superiore alla somma presente nel bilancio di previsione (599 mila euro a fronte di un preventivo di 500 mila). Peccato però che di questa somma sono effettivamente entrati nelle casse del Comune solo 81 mila euro vale a dire appena il 16%. In totale tra l’Ici e la Tarsu il comune deve ancora riscuotere relativamente agli anni 2001-2008 quasi cinque milioni di Euro.
Anche tali dati costituiscono il segnale evidente di un’inefficienza della macchina comunale tanto più grave per il fatto che il Comune per coprire tale mancanza deve ricorrere ad anticipazioni di cassa per le quali vengono pagati degli interessi.
Quanto al secondo punto rilevato, l’argomento costituisce ormai un ritornello delle relazioni dell’organo di revisione puntualmente inascoltato, tanto che il debito della Piceno gas distribuzione nei confronti dell’ente, tenendo conto sia dei canoni per l’utilizzo delle reti sia le riserve di utili e di patrimonio da distribuire, ammonta a circa 5 milioni di euro. Al riguardo, va inoltre evidenziato che vi è uno scostamento non motivato di 500 mila euro tra il bilancio di previsione 2009 (euro 1.900.000) approvato in data 21 maggio 2009 dal Commissario Straordinario e il rendiconto (euro 1.400.000) relativamente alla riserva da distribuire all’unico socio della Piceno gas.
Questo scostamento è da imputare ad un abbaglio del Commissario o si tratta di una posta creata ad hoc al fine di pareggiare il bilancio di previsione? Un’ultima considerazione va fatta relativamente alle spese per investimento: a fronte di previsioni di oltre 26 milioni di euro, la somma effettivamente impegnata è stata di poco superiore ad Euro 9 milioni.
Come dire: a fronte di un robusto bilancio di previsione (bilancio dei sogni), ci si trova in presenza di un bilancio finale (rendiconto) estremamente magro.