«Abbiamo il dovere di indignarci: la manovra è antinazionale e mette a rischio le nostre eccellenze culturali. Che vogliamo difendere, perché attorno a loro è possibile costruire un nuovo modello di sviluppo». Ha puntualizzato l’assessore provinciale Davide Rossi: «E’ un campanello d’allarme: siamo alla vigilia di un ciclone che investirà anche i servizi culturali. Se sarà approvato il decreto, la scure colpirà con tagli indiscriminati. Nella cultura bisogna investire meglio e di più. E’ uno strumento per uscire dalla crisi, perché i consumi si mantengono alti…».
Si danno i dati territoriali della stagione in corso, dalla prosa al jazz passando per la sinfonica. «Dal 2007 ad oggi – ha aggiunto Rossi - le medie degli spettatori aumentano. E’ il segno che il settore è in grande salute. Ma ora viene messo in ginocchio. Con un’impostazione punitiva, perché la cultura non è un optional…». Per il sovrintendente del Rof Giacomo Mariotti, «c’è sconforto davanti all’emarginazione del settore. Il Rof grava sull’economia locale per l’8% del budget, il resto sono risorse che vanno alla città. E corrispondono a un indotto di 14 milioni di euro. Se chiudiamo è peggio per lo Stato, perché gli restituiamo in termini di Iva molto più di quello che ci dà». C’è il senso di impotenza delle amministrazioni comunali, sottolineato dall’assessore del Comune di Pesaro Gloriana Gambini: «Lavoriamo sul filo del crinale per costruire progetti. Poi arriva la folata di vento che ci getta nel burrone. E’ la comunità che chiede i servizi culturali: abbiamo i riscontri sulle presenze e i consensi. Così si mettono a rischio servizi che sono anche welfare: pensiamo solo alla biblioteca San Giovanni, che è uno dei luoghi simbolo della città». Futuro incerto anche per l’Orchestra sinfonica Rossini: «I tagli potrebbero causare la chiusura della nostra formazione - ha spiegato il presidente dell’Osf Saul Salucci -. E’ una tragedia anche per i musicisti, che rimarranno senza lavoro.
Poi bisognerà dire ai ragazzi che fare il Conservatorio sarà inutile…». Nella sala del consiglio sono presenti, tra gli altri, anche l’assessore del Comune di Acqualagna Luigi Campanelli, l’assessore del Comune di Urbania Alice Lombardelli, il direttore artistico della Rete teatrale dello Stabile delle Marche Lucia Ferrati e il direttore artistico del Fano Jazz Network Adriano Pedini.
Ha chiuso Ricci: «Si scaricano nei territori tutte le difficoltà nazionali. E alle comunità locali si tolgono milioni di euro. Non sono tagli agli enti, ma alle persone e alle famiglie. Significano meno cultura, meno asili, meno servizi per handicap e anziani, più buche nelle strade. E’ possibile che l’intero budget degli assessori della Provincia sia di 400mila euro? Con questa cifra cosa si riesce a fare? Forse ci vogliono far chiudere…».