L'Associazione dei farmacisti marchigiani, in proposito, rende noto che non intende sottrarsi ai sacrifici che tutto il Paese è chiamato a sostenere per superare la crisi economica, tuttavia ritiene che gli interventi debbano essere equi e sostenibili e distribuiti su tutta la filiera del farmaco.
«La misura della finanziaria non è stata spalmata su tutta la filiera del farmaco, ma solo nella parte finale, ovvero grossisti e farmacie – ha dichiarato il dottor pasquale D'Avella presidente di Federfarma Marche -. Rischiamo di pagare lo splafonamento della spesa ospedaliera.
La farmacia territoriale e in modo particolare quella marchigiana che ha sempre partecipato attivamente insieme alla Regione Marche a percorsi virtuosi di contenimento della spesa sanitaria e farmaceutica, basti pensare al progetto per la distribuzione dell'ossigeno e all'ultimo accordo per l'assistenza integrativa regionale, si sentono doppiamente colpite de una misura iniqua contenuta nella Finanziaria».
Le misure previste dalla manovra economica a carico del settore farmaceutico sono molto pesanti e si stima un danno complessivo pari a circa 400 milioni di euro, compromettendo inevitabilmente la qualità dei servizi e mettendo a rischio la sopravvivenza di numerose farmacie che oggi distribuiscono il farmaco nelle aree più disagiate. La scelta di operare un drastico prelievo sui già risicati margini del lavoro effettuato dalle farmacie per conto del Servizio Sanitario Nazionale non è accettabile – sottolinea Federfarma Marche – poiché penalizza la farmacia che viene chiamata, assieme ai grossisti, a sostenere il contenimento dei costi, senza intaccare i margini dell'industria. Federfarma Marche, pertanto, è pronta ad aderire allo stato di agitazione della categoria che la Fedrfarma nazionale vorrà indire qualora non sia convocata per discutere di una più equilibrata ripartizione dei sacrifici. Proprio a tal fine la Federfarma nazionale ha già chiesto di essere convocata dal Governo e dalla Conferenza delle Regioni.