il MAP, Movimento Autonomo Piceno, pur evitando inopportune interferenze con l’amministrazione reatina e rimettendosi alla volontà delle comunità locali, ritiene che il territorio piceno debba sentirsi gratificato da tale possibilità.
Infatti la scelta politica di Amatrice dimostra come la provincia picena, pur recentemente mutilata ed addirittura, a causa di tale riduzione, a rischio di soppressione, risulta ancora appetibile ed, evidentemente, ritenuta miglior punto di riferimento da alcune zone confinanti ed appartenenti ad altre regioni, per i servizi che questa area può offrire.
Questa tendenza a scegliere il piceno come provincia di appartenenza (tempo fa alcuni comuni della Val Vibrata manifestarono analogo intendimento) dimostra che l’area ideale che vede Ascoli Piceno come perno centrale non corrisponde esattamente ai confini geografici e dovrebbe suggerire alla politica locale aperture e richiesta di armonizzazione di leggi regionali in territori di confine e strategie comuni.
Il Comune di Amatrice, località prestigiosa e simbolica, da sempre tendente a gravitare sulla valle del Tronto, tornerebbe ad essere parte integrante di un'area vasta con valenza turistica di assoluto rilievo.
Nonostante la prudenza del caso, il MAP manifesta il proprio compiacimento per le intenzioni dei comuni reatini e chiede alle amministrazioni locali , in caso di istituzione del referendum, di non trovarsi impreparata e predisporre una serie di servizi che il Piceno potrebbe fornire a quelle zone.
Questa vicenda dovrebbe far riflettere anche i comuni confinanti con la provincia di Ascoli Piceno che a suo tempo scelsero di aderire alla provincia di Fermo. In particolare quelli della zona montana ricadenti nella ASL 13 e nella circoscrizione del Tribunale di Ascoli e che da tempo usufruiscono di una migliore viabilità o alcuni comuni della Val D’Aso che gravitano su Ascoli potrebbero rivedere la loro posizione anche in virtù della modifica della Carta delle Autonomie che potrebbe vederli senza provincia in tempi anche molto brevi».