Falcioni: inaccettabile la proposta di abolire la Provincia di Ascoli

Falcioni: inaccettabile la proposta di abolire la Provincia di Ascoli

«Sopprimere entrambe le Province, significherebbe aggiungere al danno anche la beffa»

In primo luogo il Testo Unico sugli Enti Locali fissa la dimensione minima di popolazione per l’Ente Provincia  a 200 mila abitanti  e l’attuale  Provincia di Ascoli Piceno si attesta oltre le  212 mila unità. In secondo luogo, occorre tener presente che la Provincia di Ascoli  superava fino a meno un anno fa i 375mila  abitanti e solo, dopo essere stata “mutilata” unilateralmente e forzosamente di una parte del suo territorio, subendo anche un pesante carico economico con il processo di divisione che ha portato all’istituzione delle due nuove realtà di Ascoli e Fermo, la sua popolazione è scesa di numero. Ad un anno di distanza, dunque, di questa sofferta divisione, sopprimere entrambe le Province, significherebbe aggiungere per la comunità picena al danno anche la beffa.
Ci sono poi considerazioni storiche non certo secondarie. La Provincia di Ascoli Piceno è stata, infatti, istituita subito dopo  l’unità d’Italia, nel 1861, entrando a pieno titolo nel novero delle Province storiche di questo paese e costituendo quindi, da oltre 150 anni, un’articolazione territoriale profondamente radica nell’identità e nelle tradizioni del territorio e modellata sulle sue esigenze e necessità.
Non ultimo, la Provincia di Ascoli,  per la sua particolare configurazione  e posizione  geografica nel sud delle Marche, svolge una funzione essenziale  di “territorio cuscinetto” importante  dal punto di vista economico essendo  contermine  a ben tre regioni: Abruzzo, Umbria e Lazio. Quindi, perché abolire proprio la Provincia di Ascoli Piceno? che, oltre tutto, svolge come Ente una preziosa azione di raccordo tra la Regione ed una comunità locale costituita da Comuni, la stragrande maggioranza dei quali di piccole e piccolissime dimensioni, che hanno necessità di un forte punto di riferimento in grado, in base al principio di sussidiarietà, di accogliere le istanze degli Enti Locali e svolgere un’insostituibile funzione di programmazione e di coordinamento su area vasta, anche in funzione della migliore fruizione dei finanziamenti comunitari, statali e regionali.
Come Presidente del Consiglio provinciale intendo promuovere una incisiva azione di sensibilizzazione di tutti i soggetti politici, economici e sociali locali per respingere questa ipotesi e realizzare una forte mobilitazione del territorio  intorno ad un tema fondamentale per il futuro e le prospettive di sviluppo della comunità picena».