Scontro Fini-Berlusconi: è rottura

Scontro Fini-Berlusconi: è rottura

Il premier: «Non ritengo si possa dire che il nostro non sia e non sia stato un partito democratico»

Ha detto l'ex presidente di An ad alcuni parlamentari a lui vicini a margine della Direzione Nazionale del Pdl. Berlusconi intima al presidente della Camera un aut aut: smettere di fare politica attiva o dimettersi da Montecitorio. Fini seccato ha così risposto, scattando in piedi verso il palco: «Perché altrimenti che fai, mi cacci?».
Oggi è stato il giorno della direzione nazionale del Pdl. Occhi tutti puntati su Fini e Berlusconi, dopo le volontà del presidente della Camera di voler costituire una "corrente" all'interno del partito.
Nel suo intervento alla direzione nazionale, Silvio Berlusconi ha proposto che il congresso del Pdl si svolga entro l'anno. «Il Pdl potrà fare un congresso entro l'anno, per fare il punto su ciò che è stato e su ciò che dovrà essere - dice Berlusconi - Non ritengo si possa dire che il nostro non sia e non sia stato un partito democratico.
Sono stati gli elettori a volere questo partito - ha aggiunto il premier - Noi abbiamo realizzato un movimento che è democratico. La democrazia è fondamentale per il nostro partito. Fino ad ora questa democrazia ci ha consentito di lavorare bene insieme e di vincere tutte le elezioni nei due anni di vita del partito».
E poi sul rappoto con la Lega: «I nostri elettori sono tre volte quelli della Lega, noi abbiamo 20 ministeri e loro 3 ministri ma in realtà 2 ministeri: un decimo rispetto a quelli del Pdl».
Tema delle riforme. «Noi opereremo - dice Berlusconi - soltanto se avremo il consenso di tutti. Il presidente del Consiglio ha il 63,33 per cento: un consenso bulgaro. Secondo alcuni sondaggi il governo ha il 48%, risultato straordinario in un momento di crisi, ed il Pdl il 38,8 per cento».
 

Argomenti