E questo la Provincia di Ascoli è pronta a farlo facendo scorrere la vecchia graduatoria D1 ( dove ci sono anche figli di dipendenti in servizio), e ignorando non solo l’accordo sottoscritto ma anche e soprattutto le richieste legittime di molti dipendenti trasferiti a comando, e in difficoltà serie come donne con tre figli che avrebbero invece tutti i diritti di legge per poter tornare in servizio nella propria città».
Lo denuncia il vicecoordinatore provinciale del Sindacato dei Lavoratori Andrea Quaglietti, che in merito alla vicenda dei criteri di assegnazione del personale a Fermo, oltre che dei mancati rimborsi, indennità o diritti sanciti negli accordi, fa una richiesta precisa agli enti provinciali: «Il Sindacato dei Lavoratori, quale legittimo rappresentante di una parte importante dei dipendenti ascolani trasferiti in maniera poco chiara nella nuova sede fermana, deve poter partecipare con propri delegati all’incontro fra tutte le parti interessate che si dovrebbe tenere entro i prossimi giorni, proprio per discutere la verifica e forse la revisione dell’Accordo di marzo 2009. Un accordo – continua Quaglietti – che è stato applicato in maniera incomprensibile e a volte arbitraria, soprattutto per quei 120 lavoratori che sono stati assegnati a Fermo, non usufruendo di favoritismi e privilegi che invece altri hanno ottenuto».
Il Sindacato dei Lavoratori esprime forti dubbi anche sull’applicazione della legge 104/92 che riguarda l’handicap, e che ha permesso a molti di rimanere ad Ascoli.