Un Pd unito da Antonio Canzian lo vuole assessore in giunta

Un Pd unito da Antonio Canzian lo vuole assessore in giunta

Appello a giovani e ai sindaci per una maggiore dialettica nel Pd per rinnovare la classe dirigente

La festa che Antonio Canzian apre al PalaFolli per l'ottimo risultato nelle elezioni regionali con un bagno di folla contiene due connotati palpabili: una sorta di rivincita del popolo del Pd ascolano, dopo la delusione delle comunali, che ha puntato tutto, di nuovo, sul candidato simbolo del rinnovamento della politica e dello stesso Partito Democratico e un movimento popolare che non smette di crescerenelle convinzione che la strada sia quella giusta per rappresentare con Canzian autorevolmente il Piceno nel nuovo governo della Regione.
E chi tendesse a dare l'immagine di un Pd smembrato non coglie la novità. Antonio Canzian dimostra la sua capacità di collegare tutte le realtà del territorio.
Presenti tutti i sindaci del centrosinistra con interventi di Valerio Lucciarini, presidente dell'Unione della Vallata, oltre che sindaco di Offida, e di Giovanni Gaspari, sindaco di San Benedetto, Valentina Bellini, coordinatrice comunale del Pd ascolano e un giovane, Francesco Palermi. Il suo risultato elettorale rende il Pd più forte e autorevole, più coinvolgente di quello degli ultimi anni.
«Sento fortemente questa responsabilità – dice Antonio Canzian -  che cittadini e iscritti mi hanno delegato, ma anche quelle di dare risposte  a tanti sindaci che quotidianamente affrontano le difficoltà di amministrare nonostante le difficoltà che incontrano a causa delle politica nazionale del governo Berlusconi.
E proprio ai sindaci debbo dire che li ho visti spesso in difficoltà. Dovrebbero intervenire senza problemi nel dibattito interno del partito, senza timori nel criticare il gruppo dirigente. Con loro occorre creare una nuova classe dirigente. Un altro appello lo lancio ai giovani.
Un partito forte dei giovani ha una grande necessità, ma non arrivino forti solo del certificato anagrafico, siano innovativi, ribelli quando è necessario, non appiattiti alle logiche di partito, perché altrimenti è l'inizio delle fine. Cosi ero io quando ero nelle file delle federazione giovanile del Pci. Una assicurazione la devo a chi tende a definire questo risultato un fenomeno passeggero.
Non si devono offendere gli elettori che hanno creduto nel rinnovamento della politica e del Pd, soprattutto perché negli ultimi due anni, dalle primarie per la candidatura a sindaco di Ascoli, si è innescato un trend in crescita verso questa nuova idea delle politica dal basso, a contatto con la gente e con i problemi veri».
Poi c'è il documento dei circoli del Pd che non lascia dubbi sulla capacità di aggregare di Canzian: «Dalla lettura dei risultati appaiono evidenti anche altri importanti obiettivi raggiunti - dicono i circoli - il Partito Democratico ha guadagnato i suoi consensi ad Ascoli recuperando al voto tanto astensionismo; ha inoltre guadagnato a sé la fiducia di buona parte di elettorato tendente verso i partiti di sinistra». Alle sconfitte in Provincia e Comune per i circoli del Pd non c'è stata alcuna discussione e analisi.
La fanno ora in assemblea: «A seguito di tali risultati di una politica poco avveduta, il partito provinciale non ha ritenuto di dover prendere atto di queste sconfitte così drammatiche per le sorti di un territorio avvilito e mortificato dalla crisi economica e sociale (che il non governo della destra è incapace di affrontare in alcun modo), ma   ha dato sin da subito il via alla selezione dei candidati per il Consiglio Regionale e alla campagna elettorale.  Come se nulla fosse accaduto». Insomma è finita l'epoca delle conventicole. Le vecchie abitudini autoreferenziali di alcuni esponenti del Partito Democratico non vanno nelle direzione di far crescere il partito e di coinvolgere persone che erano fuori da Pd e che ora si stanno iscrivendo.