Emerge con chiarezza ad esempio il risultato di Ascoli, città in cui il PD si colloca primo partito, un risultato non scontato vista l’amarezza e la rabbia ancora vive nell’elettorato per la vittoria “scippata” alle scorse comunali.
L’errore più grande che si può fare in questo momento è limitare l’analisi ad una faccenda di nomi da collocare o già collocati. Sarebbe il caso invece di valutare politicamente il perché del successo dell’uno o dell’altro candidato, al di là delle predilezioni di livelli politici più o meno alti. Ad Ascoli non ha vinto semplicemente un candidato su un altro; ricadremmo nel vizio dei personalismi che tanto hanno nociuto al nostro territorio. Ad Ascoli ha vinto uno stile di comunicazione e di positiva relazione con chi la politica è chiamata a rappresentare, cioè i cittadini. La vicinanza con le vere necessità della gente, un linguaggio lontano dalla boria e dalla spocchia da “addetti ai lavori”, la credibilità personale di chi si è impegnato (direttamente o come sostenitore) in questa fase politica: tutto ciò ha vinto, sia ad Ascoli, sia in tante altre parti della provincia. Ignorare questo risultato e ridurre i dati elettorali ad una gara tra “primedonne” in cui banalmente si vince si perde o si pareggia in base ai nomi “piazzati” è un errore politico imperdonabile; sarebbe una prova di miopia che destinerebbe, questo sì!, al declino politico, chi lo facesse.
Il PD, per il suo rilancio, ha bisogno di coraggio e di novità nei metodi: la fase congressuale che ci aspetta chiede la partecipazione di tutti e un confronto chiaro su ciò che è meglio per il partito e soprattutto per il territorio, per cercare di limitare i danni della presenza sciagurata di una destra incapace sia in Provincia sia nel Comune Capoluogo. Non possiamo, ancora una volta, cominciare dalla coda, individuando quasi in un tiro al piccione i nomi o i “profili” più vicini ai desiderata di questo e di quest’altro, quasi fossero “nomine” degne del peggior reality show. Di certo l’impegno sarà molto duro per chiunque occuperà quella carica, ormai vacante da mesi, che non potrà essere svolta come l’ennesimo di una lunga fila di incarichi istituzionali assegnati ad una sola persona.
Il PD della città di Ascoli rivendica con orgoglio una capacità di attrazione di nuove energie e nuovi consensi alla politica del centrosinistra, dato tutt’altro che scontato in una città così mortificata economicamente; questo dato deve essere riconosciuto in Regione; sarebbe terribile e inaccettabile che, a fronte di un consenso così vasto e di una partecipazione così viva, la città capoluogo di Provincia si vedesse umiliata da decisioni che, in barba all’indicazione elettorale e politica evidente, si prendono dentro le chiuse stanze dell’oligarchia di partito».