Un coro per dire che si vince quando si è uniti, quando si riporta la gente ad avere fiducia nella politica, quando si fa capire che si fa politica per affrontare i problemi.
E se Antonio Canzian rappresenta tutto questo, la sua “squadra” ci tiene a far comprendere che è stato un corpo unico a vincere: Canzian per loro e loro per Canzian.
Consuetudine di vecchio, ma rimpianto, stampo questo vorrebbe. Tra la gente per capire bisogni e risolverli con la loro stessa partecipazione al problema.
Ora, se ad Ascoli s'imbocca questa nuova strada che porta al successo, desta meraviglia il “megafono” che giunge dalla costa. Sarebbe sperabile che si tratti di ebbrezza da vittoria. Già, perché Paolo Perazzoli (5.276 voti) fa la voce grossa: “non farà il comprimario”, “manterrà gli impegni presi” prima della vittoria e dice anche che sarà “protagonista” in Regione.
Verrebbe da dire “ne ultra crepidam sutor” (calzolaio non più su della scarpa).
La voce gli esce talmente forte che ottenebra l'udito, altrimenti si accorgerebbe di cosa sta parlando. Un esempio lampante di “euforia”, sebbene scritto anche sui suoi depliant elettorali, è quello tra gli impegni che manterrà: l'arretramento dell'autostrada A14. E' sbalorditivo.
Persino Gian Mario Spacca durante il confronto con Massimo Rossi e Erminio Marinelli al Teatro Concordia di San Benedetto si è messo a ridere mentre Rossi glielo mostrava. Spacca è stato chiarissimo sul punto “l'arretramento non si farà mai, non ci sono i soldi”.
Ora la domanda è: il programma di Gian Mario Spacca è quello della coalizione della quale fa parte anche Perazzoli?
La risposta potrebbe essere nel fatto che Perazzoli ipoteca di già un assessorato: sarà l'assessorato all'A14?
Ma Perazzoli fa tutto: riunirà anche il Pd piceno. Che sia anche il nuovo segretario provinciale del partito? Chi può dirlo? Strano, le elezioni su questo punto ci saranno a maggio.
Insomma comprensibile l'euforia, ma non si può prendere in giro la gente, altrimenti è il caso di procedere con l'etilometro.
E soprattutto, se la parola democrazia ha ancora a che fare con quella vetusta derivazione dal greco (lingua utile ai politici perché se la conoscessero, intendo il greco antico, permetterebbe loro di non imbarcarsi in frasi a dir poco autolesioniste) che indica il potere al popolo, allora una differenza di ben 1.526 voti vorrà pure dire qualche cosa in termini di rappresentanza. In un momento di crisi come questo tutto serve meno che le sparate. Antonio Canzian le sparate non le ha mai fatte e la gente lo ha capito: di lui ci si può fidare e lo votiamo.