Rossi, un buon risultato da curare e far crescere tutti insieme

Rossi, un buon risultato da curare e far crescere tutti insieme

La nostra era un’impresa quasi impossibile, si trattava di ridare fiducia nella politica

 


 
La nostra era un’impresa quasi impossibile. Si trattava di ridare fiducia nella politica a quanti in questi anni, oltre a subire la rapida demolizione dei propri diritti e del proprio futuro, hanno assistito alla disgregazione ed alla degenerazione dei soggetti politici della sinistra, sia nei contenuti, sia nelle pratiche individuali e collettive.
Quasi cinquantacinquemila persone ci hanno dato fiducia. Oltre il sette per cento di coloro che hanno votato. Nella mia provincia, dove abbiamo registrato il miglior risultato, sono state quasi diecimila; oltre il nove per cento degli elettori.
Tutto questo in quattro settimane, senza mezzi, in mezzo ad un “circo elettorale” dispendioso ed invasivo, affidandoci soltanto alla nostra passione ed alla resistenza fisica. In un quadro nazionale in cui la sinistra, salvo positive eccezioni, non è certamente in espansione.
Ma al di la dei voti, il valore del nostro risultato va molto al di la del suo peso numerico perché in questo breve tempo abbiamo avviavo con successo la costruzione di una rete di relazioni e di impegno comune tra persone e gruppi che hanno condiviso l’idea di un percorso politico innovativo.
Un progetto capace di superare la dimensione dei partiti della cosiddetta sinistra radicale, dando loro una nuova prospettiva; soprattutto capace di aggregare e rendere protagonisti in modo “orizzontale” tante persone, gruppi, associazioni, comitati, movimenti, animati solo dal desiderio di costruire un futuro diverso da quello che ci viene imposto.
Abbiamo quindi seminato molto bene ed io, senza risparmio, ho cercato di dare il meglio di me in questa impresa, come sono abituato a fare. Ora si tratta di irrigare il campo, curare, far crescere e raccogliere i frutti di questo lavoro.
In questo quadro positivo, sarebbe ipocrita nascondere un po’ di delusione per la mia mancata elezione causata da un meccanismo elettorale cervellotico ed antidemocratico. Al di la delle mie aspirazioni personali, che non sono certo quelle di passare tutta la mia vita tra i banchi o le poltrone delle istituzioni, non si può negare che il non potermi impegnare direttamente a rappresentare in regione le istanze di quanti lo avrebbero desiderato forse produrrà qualche difficoltà e battuta d’arresto per il percorso auspicato.
Non voglio eludere il problema. Ma prima ancora voglio ulteriormente sottolineare l’assenza di rimpianti e recriminazioni in relazione al risultato collettivo e personale conseguito.
La mia mancata elezione è infatti avvenuta nonostante un risultato incoraggiante e un riscontro personale che, superando le più rosee aspettative, mi vede essere l’unico candidato presidente che supera in percentuale la somma delle percentuali delle liste collegate.
Un successo che ha trascinato nella circoscrizione ascolana la nostra coalizione ed il mio partito verso il miglior risultato.
Non solo. Pur nella difficoltà di comprendere la necessità di scrivere la preferenza nei miei confronti in una scheda che già mi riportava come candidato presidente, oltre duemila e cento persone lo hanno fatto.
Di certo lo scenario complessivo che queste elezioni ci consegnano, su cui per ora non mi soffermo, e soprattutto quello che ci riguarda imporrà, a tutti coloro che si sono impegnati con me dentro e fuori dai partiti, uno sforzo ed un’assunzione personale di responsabilità ancora maggiore a quello originariamente previsto.
Ma la posta in gioco è molto alta e soprattutto, non si può nascondere che il fallimento di questa prospettiva inedita e per certi versi insperata sino a qualche settimana or sono, sarebbe come perdere un treno che forse non passerà per molto tempo…
Al momento non sono certamente in grado di proporre modi e tempi di questo percorso ma per trovare la strada il metodo è quello che conosciamo: incontrarsi e mettersi a confronto in tanti, senza delegare.
Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a questa bella campagna, alcuni in particolare …ma non ne faccio l’elenco perché dovrebbe essere molto lungo e sarebbe imperdonabile dimenticare qualcuno! Senza retorica voglio dire che l’aspetto più bello di questa sfida è proprio quello di aver conosciuto incontrato e fatto incontrare tante nuove compagne e compagni, giovani o “stagionati”, tutti vivi e appassionati.
Sapere che ci sono, in tempi così neri, non può che rafforzare la mia speranza!
Quanto a me, da domani tornerò tra i miei alunni dell’IPSIA, deboli tra i deboli in una scuola che cerca di resistere, ad impegnarmi con loro per una diversa prospettiva.
Tornerò ad occuparmi in particolare della mia povera provincia (in ogni senso) e dei progetti di cooperazione decentrata che ho la responsabilità di costruire con le province italiane.
Quanto a tutti noi, ci sentiremo senz’altro nei prossimi giorni per decidere i modi e le forme per curare i frutti della bella semina che insieme abbiamo fatto e per riprendere, in qualche modo, la strada dei nostri irrinunciabili “sogni concreti”.