Missione del Servizio è quello di affiancare l’Alto rappresentante ma anche il Presidente del Consiglio europeo e quello della Commissione nello sforzo di razionalizzazione della politica estera europea attraverso un più efficace coordinamento delle politiche comuni. Secondo la proposta della Ashton il Servizio dovrebbe essere dotato di un potente segretario generale responsabile della gestione quotidiana del servizio e da due vicesegretari generali. Su questo punto si sono incentrate le critiche di molti parlamentari europei che vorrebbero un segretario meno potente. Il Seae dipenderà direttamente dall’Alto Rappresentante che ne dovrà rendere conto sia davanti al Consiglio che al Parlamento. Il numero dei funzionari dovrebbe aggirarsi intorno alle 3000 unità e sarà composto da personale distaccato dai servizi diplomatici nazionali e per il resto da personale proveniente dalla Direzione Generale per le relazioni esterne.
Per assolvere i molteplici incarichi che il Trattato di Lisbona attribuisce all’Alto rappresentante, Lady Ashton sta pensando di nominare suoi inviati speciali. Anche i ministri degli esteri potranno essere nominati rappresentanti speciali.
La baronessa Ashton ha specificato che faranno parte del Servizio le 136 delegazioni della UE all’estero che avranno anche funzioni consolari. Naturalmente a Bruxelles è già iniziata una battaglia inter-istituzionale e tra diplomazie europee per i “migliori” posti. Aspiranti diplomatici ansiosi di farsi assegnare un posto prestigioso, un alto stipendio e lo status di “eccellenza” affollano le anticamere che contano, in cerca di una promessa, una scorciatoia per il paradiso diplomatico promesso dalla signora Ashton. La diplomazia italiana sta facendo del suo meglio per arginare il protagonismo dei soliti britannici, francesi e tedeschi, mentre molti rappresentanti dei Paesi più piccoli, che si sentono esclusi, hanno già inscenato proteste. Il Seae gestirà quindi la politica estera di sicurezza comune, difesa comune e politica estera in generale, mentre la politica commerciale, la cooperazione allo sviluppo, gli aiuti umanitari e la politica di allargamento rimarranno competenza della Commissione.