La mattina a San Benedetto del Tronto tra la gente che affollerà il mercato di Viale Moretti, nel pomeriggio in varie località della provincia, per concludere il tour alle 21 di nuovo a San Benedetto in Piazza Andrea Pazienza dove suoneranno gruppi musicali e ci sarà il comizio conclusivo. Dunque l’ultima fatica di questa breve e intensa campagna sarà caratterizzato dal contatto diretto con i cittadini, in coerenza con i contenuti del suo programma: la partecipazione, il confronto, le relazioni sociali. E anche nell’appello finale Massimo Rossi sottolinea questi aspetti cruciali, ricordando i punti salienti del suo impegno, una volta eletto in consiglio regionale.
«“Piccoli luoghi possono dare vita a grandi progetti” ha detto Paul Ginsborg. La nostra regione – misurata con gli occhi nazionali – può apparire un piccolo luogo. Forse per questo il PD ha ritenuto di poterlo usare come un laboratorio, abitato da piccoli esseri senza diritto di parola, da sacrificare alle cause di forza maggiore di una politica elitaria e distante dalla vita concreta delle persone. Il patto con l’Udc e l’esclusione della sinistra sono stati decisi negli ovattati palazzi romani, lontani da noi e dai nostri luoghi. Lontani cioè dalla realtà delle Marche, dai problemi veri, dalle persone, dai territori, dagli scenari di futuro che, invece, dovrebbero essere il cuore pulsante di ogni autentica decisione politica».
Rossi prosegue ripromettendosi un impegno, insieme ai cittadini «perché i nostri luoghi non siano più contenitori vuoti su cui far calare dall’alto impianti nucleari, rigassificatori, megacentrali, colate di cemento. Siano piuttosto spazi ricchi di relazioni sociali, capaci di far discutere per progettare insieme, solidali ed aperti al mondo. Io voglio rendermi garante di una società che investe soprattutto in intelligenza, non in grandi strade spesso utili soprattutto a chi le fa; in umanità e stabilità di vita, non solo in tecnologia».
Il candidato della sinistra garantisce che si adopererà «per un vero cambiamento, per far crescere le Marche culturalmente, per la giustizia sociale e salariale, per i diritti di tutti – aldilà di qualunque scelta sessuale e religiosa - per i beni comuni (acqua, spazi pubblici, scuola e sapere, paesaggi), per il lavoro e per il lavoro stabile; per rimettere al centro i nostri diritti, cominciando dal diritto ad una nuova politica, praticando la partecipazione sempre, non solo nell’imminenza delle elezioni». Partendo da questa dichiarazione di intenti Massimo Rossi afferma che chiede «non solo un voto, ma entusiasmo e partecipazione diffusa per costruire insieme laboratori dal basso» e conclude:
«Ecco il nostro grande progetto: impegnarci insieme per garantire benessere, per non dissipare i nostri beni comuni, per trasformare una democrazia in mano a pochi poteri in una democrazia delle persone, più matura, responsabile, sincera».