mi tende affinchè anch’io sposti il piano dei fatti tutti documentati su quello personale.
Andiamo per ordine.
Mi dispiace deluderla ma al di là dei suoi giudizi “pecora nera” bugiarda” “falsa” “eroina rossa” che raccontano al di là del merito la rozzezza dell’animo di chi li pronuncia io non sono una “figlia di”. Sono cresciuta in una famiglia vera solida densa di valori.
Sono figlia di un uomo che si chiamava Otello Amurri un liberale, ma sa i liberali di un tempo equivalgono ai comunisti di oggi, che commerciava con il bestiame, conosciuto da tutti per la sua integrità morale, che acquistava le mucche con una sola stretta di mano che equivaleva all’onore mai calpestato, diversamente da lei che nega anche ciò che dice e che viene ascoltato non solo da me.
Sono stata educata a seguire una sola regola come ho scritto nel libro di Antonio Padellaro “Io Gioco Pulito” “La tua parola vale quanto te. Le scorciatoie fanno arrivare prima ma rendono incerto il cammino e rendono schiavi”.
Regole che non ho mai trasgredito. Sono diventata giornalista dopo aver fatto l’esame di Stato presentandomi senza essere presentata al direttore Enzo Biagi che mi ha assunta.
Lui è stato il mio maestro che mi ha insegnato a fare questo mestiere sempre e comunque senza abbassare la testa al potere di turno e a non perdere la testa quando il potere si rappresenta in tutta la sua povertà anche morale come accade ora.
La mia sola unica grande forza è che nessuno si può svegliare un mattino dicendo: hai fatto questo grazie a me, hai fatto questo perché sei passata dal mio letto perché io i letti dove dormire o amare me li scelgo per piacere personale per crescere per arricchirmi non per ottenere vantaggi di genere. Vede, io differenza di lei,non parlo mai e non scrivo mai per sentito dire “secondo quelli che la conoscono” ma racconto ciò che ascolto e ciò che vedo.
Dunque i suoi informatori oltre ad essere del suo stesso livello intellettuale, sono inattendibili. Lei scrive:” È figlia anche lei, come tanti altri della sinistra radicale della ricca borghesia, vissuta sul lavoro di operai e contadini, nel caso nostro dell’agro fermano.
Nella loro vita, forse non hanno mai sudato di lavoro. Ebbene, quando coloro che vivono del proprio lavoro conoscono questi personaggi, li evitano.”
Per queste parole io potrei, contravvenendo all’educazione, cedere al richiamo del cuore e scrivere qualche parola fuori dalle righe perchè offendono la memoria di papà, ma non le farò questo regalo le risponderò sforzandomi di credere di avere dinanzi un galantuomo.
Io con i contadini e gli operai ci ho condiviso la mia infanzia ho respirato la saggezza e la fatica del loro lavoro i sogni e i giochi dei loro figli le loro case che profumavano di pulito il loro mangiare sano la loro felicità fatta di cose vere con un rispetto sempre reciproco e un affetto che ancora mi accompagna.
Le racconto un particolare seppure non lo meriti per dire quanto contino i valori ricevuti attraverso l’esempio. Avevo 6 anni era la Vigilia di Natale a casa arrivò Maria moglie del contadino che lavorava la nostra terra. Aprì la porta mia madre, Maria le disse:”Padrona ho portato il cappone” Mia madre le rispose: qui non ci sono né padroni né servi qui ci sono persone.
Te l'ho già detto tante volte Maria ma te lo ripeto perché mia figlia che ascolta deve imparare che la differenza tra le persone la stabilisce la dignità e non il lavoro che fanno”.
E di questi esempi che sono rimasti impressi nella mia memoria come scolpiti sulla pietra gliene potrei fare un’infinità. Esempi che mi hanno sempre fatta sentire, essere, uguale se non peggiore di quegli operai che voi ingannate con parole vuote sfruttati dalla vostra politica che contravvenendo al suo dovere di governare i processi si fa governare dai processi e dalle leggi del mercato. Non mi hanno permesso di abbandonare i miei genitori in quegli ospizi che in questa Regione illuminata chiamate accoglienza per gli anziani mentre sono loculi dove far morire gli ultimi anni di una vita spesa a lavorare pagando le tasse per mantenere le vostre immeritate e strapagate poltrone, accettando qualunque sacrificio pur di tenerli accanto a me.
Esempi che non mi hanno mai permesso di accettare compromessi come quando assieme all’amica e collega Maria Grazia Cutuli ci siamo dimesse da Panorama-Mondadori acquistata da Berlusconi in nome di quella libertà che ci veniva negata e per vivere a Milano, in attesa di un altro posto di lavoro, abbiamo anche pulito le scale con onore.
Così come quando, ero una ragazza, Confalonieri mi ha offerto una cifra che cambierebbe la vita di chiunque per non pubblicare un’intervista su Repubblica che è costata il rinvio a giudizio a Berlusconi ho risposto:”Io potrei anche accettare ma papà non mi farebbe rientrare in casa” E non perché papà odiasse Berlusconi ma perché non avrebbe sopportato di avere una figlia che si era venduta. La fortuna non l’ho mai cercata tantomeno in politica.
La sola volta che mi sono candidata al Senato per l’Idv ovviamente da indipendente, l’ho fatto esclusivamente per mettere al servizio della comunità della mia terra, cioè le Marche, la mia conoscenza professionale su quel meccanismo per realizzare le strade con soli soldi-debiti-pubblici e profitti provati dei soliti noti e devastazione del territorio che si chiama società Quadrilatero inventata dal Pdl accolta dal Pd.
E per parlare di legalità e di mafia, quella parola a voi tanto invisa comprensibilmente ingombrante essendo stati costretti per sedere in Parlamento a candidare un Cuffaro già condannato in primo grado, poi anche in Appello a 7 anni per aver favorito Cosa Nostra.
Tanto che, contrariamente a quanto lei afferma, non ero capolista e non avevo alcuna possibilità di essere eletta. Ma sa per noi che ancora crediamo in ciò che è giusto e non in ciò che conviene ho speso tempo energie senza sponsor di ricchi industriali per girare le Marche e informare i cittadini. Il risultato, sempre per chi come me crede che non sia la vittoria la conquista ma la ragione perché si partecipa e “come” si partecipa e “come” si vince è stato positivo come dimostrano le tante e-mail e telefonate anche di elettori dell’Idv che ricevo spaesati delusi arrabbiati da questa scellerata alleanza con il suo partito.
Poi è accaduto che Di Pietro sia diventato Ministro delle Infrastrutture e invece di sciogliere la società Quadrilatero, come aveva promesso in campagna elettorale, ha collocato la sua interfaccia marchigiana,Dante Merloni nel consiglio di amministrazione. Come si può capire anche lei sono uscita a testa alta così come c’ero entrata.
E questa è la sola fortuna che inseguo nella vita: non perdere credibilità dignità, onore. Seppure non faccia alcuna fatica a riconoscere di aver sbagliato come ho detto più volte anche a Di Pietro nel credere che le parole pronunciate da Roma si traducessero in azioni anche sul territorio dove invece ahimè è rappresentato da chi i valori li conserva solo nel simbolo.
Ma voglio aggiungere una cosa che mi sta molto a cuore perché funge da esempio per i giovani.
Io “appoggio” come dice lei Rossi perché come le ho spiegato condividiamo il senso della politica al servizio dei cittadini con la partecipazione dei cittadini il rispetto delle regole senza deroghe per se stessi la delicatezza e la sensibilità nelle decisioni che riguardano le scelte politiche cioè la vita reale dei cittadini e molto altro, ma io non ho mai usufruito di un vantaggio da Rossi ( intendo poltrone, incarichi ecc…) né lui me lo ha mai proposto stimandomi so che lo avrebbe ritenuto utile per il bene comune ma conoscendomi sa altrettanto bene sa che non avrei lasciato insinuare un dubbio di opportunismo.. Stessa cosa è accaduta con l’Idv. Come dire: se faccio così paura se mi temete così tanto la ragione non sta nell’essere una “velina rossa” ma nella mia storia che racconta una donna che non è in vendita che crede in ciò che è giusto e conveniente per tutti non per se stessa e che si batte contro le ingiustizie soprattutto quando toccano gli altri e che non ha mai fatto qualcosa in cambio di altro come diversamente molte storie raccontano.
Le suggerisco anche di rivolgersi a Spacca per avere testimonianza del mio essere una persona “per bene e coraggiosa” come spesso afferma.
Chiamasi: coerenza.
La sfido a portarmi non un “si dice” non un “Di lei mi dicono” cioè quello che a Palermo chiamano “curtigghiu” chiacchiere da cortile ma fatti oggettivi e dunque riscontrabili e dunque veri...
La descrizione che di me le hanno fatto i suoi amici di partito conferma il clima da me descritto(vedo che non ha snetito il dovere che pure un deputato in carica dovrebbe avere di scusarsi per le aprole che mi sono state dall’ex senatore e candidato Udc Marconi) e racconta il livello, come dire, il vostro livello di civiltà che è identico a quello di Berlusconi che definisce “comunisti” i magistrati e i giornalisti che fanno il loro lavoro senza piegarsi riempiendo di dignità la parola “comunista” . Inoltre lei lo fa usando parole di cui ignora il significato “Velina rossa” vuol dire al di là del colore che passo sottobanco le notizie,mentre io le scrivo mettendoci nome, cognome e faccia e affermando cose false come questa:” Ieri e stanotte, su facebook, hanno mandato un tam tam sulla loro rete degli antagonisti per venire a manifestare contro Casini” che al di là della sofferenza della grammatica è oggettivamente falsa come si può vedere da Fb dove tutto resta perché io ho invitato a condividere “Cuffaro=Dell’Utri Fuori i condannati per mafia dal Parlamento” non a contestare Spacca e Casini e la differenza non è irrilevante visto che la mia battaglia contro la mafia è di lunga data, risale a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino che mi hanno onorata della loro stima,è sempre stata coerente senza cedimenti di colore politico.
Su “fedelissima del candidato Rossi” io sono fedelissima ai valori e ai principi in cui credo e se Massimo Rossi li calpestasse io lo criticherei con la stessa forza, ma spiacente per lei questo non è mai accaduto e se l’esperienza insegna, posso dire che difficilmente accadrà perché vede onorevole Ciccanti nella vita di ognuno di noi ci possono stare cadute di stile che appartengono alla fragilità umana e cadute di stile che raccontano un modo di essere.
Sorvolo su questa sua affermazione ritenendo che ogni mia parola anche la più incisiva risulterebbe poca cosa nel commentarla.
Lei scrive: ”Ignaro di questo assedio premeditato, mi guardo intorno e non vedendo personaggi strani, chiedo dove sono i contestatori…mi indicano un paio di giovani zazzeruti e niente più. Nessun giornalista, nessun manifesto.
Scettico, entro in sala e mi imbatto dopo pochi metri con una signora bionda, con a fianco una giovane ragazza, la quale riconoscendomi, mi blocca come un carabiniere che cercava un latitante: -“Lei è Ciccanti?” Sorrido davvero con gusto e chiedo venia per questo. Io, contraraiemnte a quanto facciano gli ex senatori candidati dell’Udc che insultano nell’anonimato, mi presento sempre con nome e cognome infatti le ho detto: sono Sandra Amurri giornalista de Il Fatto Quotidiano. Il resto che afferma conferma suo malgrado quanto da me scritto e racconta la verità: un onorevole della Repubblica Italiana non della Padania è stupito che un giornale nazionale si occupi delle elezioni regionali di una Regione italiana.
Poi prosegue, esattamente come Minzolini, come Berlusconi come Ghedini cioè come il Pdl di cui siete alleati non a caso confondendo domande legittime con affermazioni, accuse, toni aggressivi mentre sono semplicemente domande che non siete abituati a sentirvi rivolgere in un Paese in cui-come ha spiegato bene ieri su Il Fatto Quotidiano Lucia Annunziata in un’intervista a me, non un’estremista non una massimalista bensì addirittura una definita “amica” di D’Alema-ammutolito imbavagliato atterrito. Quelle che lei definisce qui battute cordiali erano battute finalizzate a piegare la mia professionalità a conversazione da bar tra amici tipo: “Ma su sia buona lei è così carina gentile” come evidentemente è abituato a fare.
Esattamente come lei conferma senza rendersene conto. Poi scrive:” Quindi, ha ripetuto l’accusa: “Ci spieghi perché lei è favorevole alla privatizzazione dell’acqua ed è a favore delle centrali nucleari!”. Sembra una domanda, ma in essa è dato per assodato una posizione politica” Al di là del fatto che non le ho chiesto di spiegarmi la ragione per cui lei è favorevole alla privatizzazione dell’acqua e del nucleare bensì le ho chiesto come si conciliavano queste posizioni con il fatto che nel programma venivano omesse e che Spacca le smentiva.
Lei ha negato di aver firmato qualunque atto parlamentare sulla privatizzazione dell’acqua. Io le ho fatto notare che ciò non corrispondeva ai fatti documentati e le ho promesso che li avrei recuperati e glieli avrei mostrati in quella sede.
Cosa che ho fatto e quando le ho mostrato come ho scritto (non un “fantomatico” documento ma un atto parlamentare a disposizione dei cittadini) quanto segue cioè che lei ha firmato assieme a Volontè a Vietti ecc..la mozione seduta 195 primo luglio 2009 “Si impegna il Governo a reintrodurre il tema della liberalizzazione dei servizi pubblici locali (acqua-trasporti-rifiuti ecc…) tra le priorità dell’agenda politica adottando inziative per procedere settore per settore ad una sollecita e sistematica azione di riduzione degli ostacoli che si frappongono alla liberalizzazione…..” lei mi ha risposto che liberalizzazione non voleva dire privatizzazione e che comunque non era stato specificato “acqua”. Vede siccome ancor prima che giornalista sono una persona che si illude di poter contare su un cervello che funziona le ho di nuovo pazientemente fatto notare che ciò che non si scrive è compreso altrimenti avreste scritto “liberalizzazione dei servizi pubblici locali ad eccezione dell’acqua”.
E dovrebbe sapere che in questo Paese le norme le leggi sono complicate perché nella complicazione si nascondo le vie di fuga. Che lei poi abbia votato contro altri decreti questo non mi sorprende lo fate sempre lo avete fatto anche con il legittimo impedimento, la legge salva Berlusconi dai processi, prima l’avete proposta voi poi al dunque vi siete astenuti ma anche no ma anche sì come avete fatto disertando l’Aula per il voto contro il decreto salva liste.
A proposito lei c’era? O come Casini Cesa e gli altri ha preferito stare altrove visto che proprio nel Lazio sostenete la candidata del Pdl?
Chiusa parentesi vorrei ricordarle che la privatizzazione dell’acquedotto ( vedasi alla voce Caltagirone) pugliese è stata una delle ragioni oltre all’omofobia nei confronti dell’omosessualità di Vendola che non vi ha permesso di appoggiarlo tant’è che assieme al Pd e all'Idv avete proposto altri due candidati bocciati anche dagli stessi elettori dei partiti che li sostenevano. Poi sa è ovvio per chi addirittura rivendica la politica dei due tre quattro forni sostenere localmente il contrario di ciò che si contribuisce ad approvare in Parlamento come la privatizzazione dell’acqua e il nucleare. Se vuole quando vuole sono disposta ad un confronto pubblico sulla privatizzazione dell’acqua dandole fin da ora il titolo: “Privatizzazione dell’acqua a che punto siamo?”
Partendo proprio da ciò che lei ricorda il DDL Lanzillotta Pd ex Ministro ora Api , che dell’acqua liberalizzava la parte relativa alla gestione”.
A proposito del nucleare l’onorevole Ciccanti conferma con quanto scrive esattamente quanto da me riportato da cui si deduce che la morale è:” Sì alle centrali nucleari ma non a casa propria in campagna elettorale perché fa perdere voti” Come se una centrale nucleare in un’altra regione non costituisse lo stesso identico pericolo.
Mentre sul caso Cuffaro fuori dall'Udc sì o forse no siamo all’assurdo. Lei scrive:”Così come non ho mai detto che “Cuffaro si è dimesso dall’UDC”, così come furbescamente è andata a raccontare a Casini “ Esattamente come ho scritto su Il Fatto Quotidiano: Ciccanti ha detto che Cuffaro è dell’Udc è stato Casini a dire che Cuffaro non è più nell’Udc aggiungendo:”Evidentemente l’onorevole Ciccanti è male informato”
IL giudizio su Cuffaro che lei esprime non ha bisogno di commenti posso solo aggiungere che corrisponde a quello dell’Udc e a quello di Berlusconi e del Pdl su Dell’Utri e viene confermato dal silenzio del Pd.
Aggiungo solo semmai all’onorevole Ciccanti non fosse ancora chiaro che quando scrive: “dov’era la signora Amurri quando il Governo Prodi…..” che ero a fare la giornalista senza smettere mai - assieme ai colleghi e amici Peter Gomez Marco Travaglio e altri pochi – di denunciare questi attentati alla vita democratica da qualunque parte venissero.
Come dimostra il fatto che siamo giornalisti scomodi al Pdl al Pd e anche all’Idv perché siamo liberi e per essere liberi occorre innanzitutto non essere ricattabili. Con questo la saluto Onorevole Ciccanti con il rammarico di non potermi sentire fiera di essere rappresentata da lei come cittadina al di là della sua collocazione politica e spirituale come rivendicate con orgoglio “laico”.