Spese elettorali, Rossi: fondamentale capire da dove arrivino i soldi

Spese elettorali, Rossi: fondamentale capire da dove arrivino i soldi

«Chi garantirà che un eletto agisca non per il bene comune ma per ripagare qualcuno?»

Inizia così l'intervento del candidato governatore di Prc, Ci e Sel, Massimo Rossi.
«E’ questo un tema che ho ripetutamente sollevato perché ritengo che non si tratti di una questione meramente formale né di un esercizio di moralismo, ma abbia riflessi diretti sull’attività dei futuri amministratori  regionali, e quindi sulla vita di ciascun cittadino.
E’ fondamentale capire da dove arrivino le cifre iperboliche che richiedono queste campagne di comunicazione politica protratte nel tempo in mille forme e attraverso vari strumenti. Se i soldi necessari sono stati tirati fuori direttamente dal candidato, è evidente che l’interessato considera l’operazione un investimento da recuperare una volta eletto.
L’inchiesta giornalistica - continua - ipotizza per un alcuni candidati consiglieri regionali cifre oscillanti tra i 60 e gli 80 mila euro, somme enormi per le persone “normali”, e non bastano certo le indennità di funzione percepite dagli amministratori pubblici per ripagare lo sforzo. Se poi provassimo a stimare le spese dei principali candidati presidenti si potrebbe arrivare tranquillamente a tante centinaia di migliaia di euro!
A fronte di ciò - prosegue Rossi - come non leggere con preoccupazione, allora, la relazione del Procuratore della Corte dei conti che, aprendo l’anno giudiziario, dice che nel 2009 sono aumentate del 229% rispetto all’anno precedente le denunce di reati contro la pubblica amministrazione come corruzione e concussione, e del 153% quelli effettivamente accertati?
Se invece il finanziamento della campagna elettorale deriva da contributi volontari, escludendo che somme di questa entità possano arrivare da semplici sostenitori, non resta che pensare a personaggi del mondo dell’economia e dell’impresa che, disponendo di risorse adeguate, ritengono utile un investimento su questo o quel candidato. Un investimento che, è chiaro, deve avere un ritorno. Chi garantirà dunque gli elettori che quella persona, una volta insediatasi in un posto di responsabilità, agisca non per il bene comune ma per ripagare la “generosità” di qualche potente lobby?
Noi sfidiamo tutti i candidati a rendere trasparente, fino all’ultimo centesimo, le spese ed il modo in cui è finanziata la campagna elettorale: per quanto mi riguarda, nella duplice condizione di candidato presidente e consigliere, non spenderò più di 15.000 euro, di cui 3.000 provenienti da ciascuna forza politica che sostiene la mia candidatura (Sinistra Ecologia Libertà, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani), i restanti 6.000 dalle sottoscrizioni di singoli simpatizzanti. Finora abbiamo raccolto circa la metà di questa somma. Tutto, entrate e spese, sarà consultabile sul nostro sito www.rossipresidente.org ».