Così il candidato presidente di Prc, Pdci e Sel Massimo Rossi sul decreto che ha permesso al centrodestra di potersi presentare alle elezioni laziali e lombarde. «Non si trattava di negare agli elettori del centrodestra di quelle regioni di poter votare i loro rappresentanti, ma di rispettare la Costituzione e le leggi in materia. Stiamo assistendo ad un attacco senza precedenti alla democrazia. Da un lato con l’introduzione dell’arbitrato si dà vita ad una specie di “caporalato” dove il lavoratore è da solo di fronte al potere del padrone, in questo caso è inevitabile usare questo termine, e quindi si affossano decenni di lotte sindacali; dall’altro si usa un decreto per abolire l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge, per cui la forma non è la sostanza come affermava l’illustre filosofo del diritto Hans Kelsen, ma a prevalere e la logica autoritaria e plebiscitaria di chi governa. Il popolo mi ha eletto e comando io!».
Dopo aver ricordato che dal 1988 esiste una legge che vieta qualunque forma di decretazione in materia elettorale, Massimo Rossi si schiera a fianco di tutti quei cittadini che in questi giorni hanno subito manifestato contro questo “vero e proprio scempio” e invita a proseguire nella mobilitazione sia «per affermare i diritti dei lavoratori a fronte dell’azione di chi punta a smantellare qualunque loro tutela, sia per difendere quella democrazia così faticosamente conquistata dai partigiani 60 anni fa».