«Ciò che non si era riusciti a far passare otto anni fa grazie alla straordinaria manifestazione che il 23 marzo del 2002 portò a Roma tre milioni di persone, il governo lo fa oggi con una manovra furbesca che aggira l’articolo 18, e colpisce ancora una volta i diritti dei lavoratori, e precarizza ulteriormente il lavoro».
Ma di cosa si tratta? In sostanza in sede di stipula e di certificazione del contratto di lavoro si allargano le maglie dell’arbitrato. Infatti potrà essere inserita una clausola dove si afferma che in caso di controversie esse non si risolveranno davanti ad un giudice nel rispetto dei più elementari principi di equità.
Per chi ha già un contratto a tempo indeterminato il dettato di legge prevede che potrà essere introdotto tramite accordo tra le parti. «Proprio in una fase –prosegue Rossi - dove è necessaria la tutela di chi lavora vista la gravissima crisi di sistema che sta colpendo i paesi industriali, si mette mano ad un provvedimento da macelleria sociale che fa scempio dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Mi auguro –conclude Massimo Rossi - che le forze sindacali, il movimento dei lavoratori e chi ha a cuore la democrazia metta in campo una mobilitazione forte e unitaria».