Elezioni, Spacca: pesante credito politico per le Marche

Elezioni, Spacca: pesante credito politico per le Marche

«In altre regioni Rc e Pdci hanno fatto accordi anche con l’Udc. Qui non è stato possibile»

Ecco il testo della lettera:
«Le elezioni del 28 e 29 marzo si giocheranno sicuramente dentro le regioni, ma anche sulla politica nazionale: serviranno a “testare” l’aggregazione che si sta componendo sull’asse Pd-Idv-Udc-Sel, finalizzata ad unificare le forze che sono all’opposizione in Parlamento, per creare un’alternativa al Governo Berlusconi. Una aggregazione che si vuole candidare a governare l’Italia nel 2013.
Questa linea, nella nostra regione, passa attraverso l’accordo con l’Udc. Accordo che nel confronto serrato avuto in questi giorni con le segreterie nazionali, è stato definito “ineludibile” per le Marche e che viene finalizzato non soltanto ad avere semplicemente il simbolo dell’Unione di Centro sulla scheda elettorale, ma soprattutto a conquistare la fiducia del suo elettorato.
Le richieste dell’Udc affinché questa strategia si potesse realizzare, e cioè perchè i suoi elettori potessero comprendere e condividere questo progetto di centrosinistra, sono state sostanzialmente due, in alternativa tra loro. O l’accoglimento integrale dei punti programmatici proposti dall’Unione di Centro. O l’assenza, nella coalizione, dei simboli riconducibili al comunismo (ma in questo caso “non” l’esclusione dei partiti aggregati su un altro simbolo, come già era accaduto loro in passato).
Prc e Pdci non si sono resi disponibili a perseguire la via di un possibile cambiamento delle forme di rappresentanza, come peraltro molti partiti hanno fatto nel corso di questi anni, Pd compreso.
Da parte nostra abbiamo preferito mantenere la continuità e la coerenza degli impegni programmatici di cui continuo a farmi garante, che hanno caratterizzato il buon governo delle Marche, su temi quali la sicurezza del lavoro, l’attenzione all’ambiente (biodiversità, cambiamenti climatici, politiche energetiche basate su fonti rinnovabili), la sicurezza dei cittadini, i diritti fondamentali della persona (salute, studio, educazione, cultura), la continuità dello sviluppo del sistema produttivo più avanzato d’Italia.
L’Udc ha accettato questo programma di governo elaborato dai partiti del centrosinistra che crea le condizioni per un’alleanza che parte da Sel e arriva all’Unione di Centro.
Prc e Pdci hanno inteso questa strada come una loro esclusione, ma in realtà questa vicenda si sarebbe potuta comporre unitariamente attraverso una loro maggiore flessibilità, in una prospettiva più moderna per dare più energia al progetto di alternativa a Berlusconi.
Del resto in altre regioni (Piemonte e Basilicata) Rc e Pdci hanno fatto accordi istituzionali, anche con l’Udc, ma altrettanto non è stato possibile fare qui nella nostra regione.
Le Marche conquistano così un pesante credito politico, pagando sicuramente un prezzo, perché in altre parti d’Italia, in virtù dell’atteggiamento adottato dall’Udc, il centrosinistra possa conquistare la maggioranza delle regioni dove si vota, almeno 7 su 13: nell’ipotesi Marche, Umbria, Toscana, Emilia, Basilicata, Liguria, compresa la stessa Puglia dove è candidato Vendola (Sel).
Al contrario, una formula di centro-sinistra chiusa in se stessa, avrebbe portato a creare una sorta di “riserva indiana” con 4 regioni sicure (Marche, Umbria, Toscana ed Emilia) contro 9 e quindi l’inevitabile consolidamento della leadership di Berlusconi e del centro-destra.
C’è poi da fare anche un’altra considerazione. Nel 2013 finiranno gli aiuti automatici dell’Ue ai territori che presentano un elevato livello di sviluppo, come è per le Marche. Fino ad oggi abbiamo compensato la riduzione dei trasferimenti dello Stato alle Regioni con le risorse europee. Ma dal 2013 questo non sarà più possibile. Ecco perché è necessario avere un governo nazionale più attento, sensibile e vicino, che tenga in maggiore considerazione le esigenze degli enti locali e dei territori, che sprechi meno e che non sia fortemente animato da una volontà centralistica.
Allora spetta a me fare un appello a Sinistra ecologia e libertà perché comprenda questa linea strategica finalizzata a creare l’alternativa concreta al governo Berlusconi, per un’Italia migliore.
Ora, chiusa questa fase più politica, riferita alle alleanze, vogliamo tornare a parlare delle Marche, dei marchigiani, dei loro problemi e della forza delle nostre idee e dei nostri progetti, per continuare a scrivere tutti insieme la storia del nostro futuro».
Gian Mario Spacca