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Politica e logica, antitesi coronata da alleanza Pd-Udc-Idv
Contro Berlusconi a chiacchiere. In disaccordo sui grandi temi. Alleati ora a destra ora col Pd
E di questi tempi pare si tratti di un'epidemia dilagante. Inizia con le amministrative ad Ascoli Piceno dove partorisce un risultato scontato: un centrosinistra in frantumi. Affatto contento di questo risultato da laboratorio sperimentale il Pd prosegue nella sperimentazione di un vaccino autoimmune in Puglia dove si tenta di affossare Niki Vendola. Qui però la Vendola tira fuori l'arma segreta e colpisce il Pd al tendine d'Achille: le primarie.
Parola che nel Partito democratico ha lo stesso potere dell'aglio per i vampiri. Una volta che la pronunci sei al punto di non ritorno: o le fai o le fai.
E' l'antidoto di Vendola contro il massimo della strategia politica, da Klemens Wenzel Nepomuk Lothar von Metternich, più noto come il principe di Metternich, in poi, messa in campo da D'Alema-Bersani: alleanza con l'Udc di Casini per ribaltare Berlusconi. In Puglia Vendola è riuscito a scongiurare l'avvelenamento grazie ad un rigurgito di lucidità partecipata di molta parte del Pd che ha detto basta ad un “centralismo democratico” rivisitato alla fonte, nella parte democratica, dove cioè il ruolo della partecipazione nelle scelte è delegato a Roma e nei territori si conta zero.
Beh, si potrebbe pure derogare dalla partecipazione democratica se almeno la strategia poggiasse su presupposti verificati nel risultato. Esaminiamo allora i presupposti dell'accordo Udc-Pd-Idv e Verdi. Un accordo che si fonda sul preparare il rovesciamento di Berlusconi.
Quindi uno pensa in modo elementare o magari semplicistico che visto l'accordo si adotterà una strategia solidale in Parlamento tra queste tre forze. Troppo facile. Entra in gioco l'antitesi tra politica e logica. Dunque l'Udc che dovrebbe contrastare Berlusconi si astiene nel voto sul legittimo impedimento del premier nell'intervenire ai diversi processi in atto nei suoi confronti: cioè gli facilita il cammino. Qisquiglie, il Pd e l'Idv gridano allo scandalo però restano attaccati all'Udc che sembra un alleato del premier.
Già perché l'Udc che con Berlusconi ha governato, lo fa tuttora in amministrazioni locali come a Macerata nelle Marche. Grande coerenza oppure sofisticato senso delle prospettive politiche? Del tipo governiamo insieme così lo indeboliamo il Cavaliere.
Quello tra Udc-Pd e Idv è un accordo legato sui grandi temi, certuni anche di carattere ideale come nel caso di Totò Cuffaro condannato in Appello a 7 anni di reclusione per favoreggiamento aggravato dall'avere agevolato la mafia e rivelazione di segreto istruttorio.
Oppure sull'energia con curiose prese di posizione da parte di Casini e Ciccanti. Anche qui torna il tema della logica in politica. In questo caso i due esponenti dell'Udc sono perfetto disaccordo: Casini a favore e Ciccanti contrario tanto da presentare un'interrogazione su una possibile realizzazione di una centrale elettrica nella Sentina.
Guardate questi filmati. Può essere affidabile un alleato così? Per finire arriviamo alle Marche dove viene stracciata una maggioranza di governo di centrosinistra che ha governato discretamente per 10 anni, sbattendo la porta in faccia a Rifondazione Comunista, Sinistra ecologia e libertà e Pdci. Il Pd con il segretario regionale Palmiro Ucchielli marcia a testa bassa e snobba la sinistra.
Per tutta risposta a sinistra si pensa ad un candidato presidente alternativo a Gian Mario Spacca: Massimo Rossi, ex presidente della Provincia di Ascoli. Spacca e Ucchielli, forti della legge elettorale regionale che non prevede ballottaggi, continuano sulla strada dell'Udc. La cosa comica, se non da presa in giro degli elettori, è il fatto che Gian Mario Spacca ha iniziato una campagna d'ascolto nelle varie province con manifesti inneggianti all'unità del centrosinistra e recanti tutti i simboli di questa maggioranza. Politica e logica tornano ad affrontarsi su campi avversi tanto da poter scomodare Immanuel Kant.