Cannabis terapeutica, ecco il farmaco Made in Italy

Cannabis terapeutica, ecco il farmaco Made in Italy

Fine all'odissea per i pazienti costretti alla pratica dell'importazione complessa e costosa

Lo fa sapere la sen. Donatella Poretti, Radicali-Pd. «Il centro di ricerca per le colture industriali di Rovigo, istituto pubblico autorizzato alla produzione di cannabis per scopi di ricerca - sostiene la Poretti - potrebbe inviare la materia prima, altrimenti destinata alla distruzione, allo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.
Questa produzione tutta italiana porrebbe fine all'odissea cui sono sottoposti i pazienti costretti alla pratica dell'importazione burocraticamente complessa ed economicamente costosa di questa sostanza. Costosa per le poche Asl che la rimborsano e insostenibile per i pazienti che non possono permettersi trattamenti da 600 euro al mese.
La ragionevolezza delle argomentazioni dei senatori di maggioranza tra cui Saia, Longo, Fleres e Baldassarri hanno trovato la disponibilità del ministro della Salute Fazio a fare proprio il nostro ordine del giorno.
Ci rallegriamo del fatto - conclude la senatrice radicale - che grazie ad un approfondito dibattito parlamentare per la prima volta la cannabis terapeutica trovi un riconoscimento istituzionale e un impegno concreto per la sua produzione».

Ecco la versione approvata dal Senato
ODG G202
Il Senato,

 premesso che:

 i principi attivi dei cannabinoidi, sintetici o naturali, sono inseriti ufficialmente tra le sostanze dotate di efficacia terapeutica (tab II-B: il Delta-9-tetraidrocannabinolo, TBC; il Trans-delta-9tetraidrocannabinolo, denominato anche Dronabinol; il Nabilone);

 i farmaci a base di cannabinoidi sono da anni impiegati nel mondo nel trattamento dei sintomi di diverse patologie (come per esempio la nausea e il vomito nei pazienti sottoposti a chemioterapia, sindromi dolorose neuropatiche, reumatiche, di origine tumorale e di altra natura, stati di stress post-traumatico, alcuni effetti delle terapie retrovirali nei pazienti affetti da BIV, etc.);

 in Italia, pur essendo consentita la prescrizione di terapie che fanno uso di questi farmaci, il loro approvvigionamento da parte dei pazienti  possibile, nei termini previsti dalle leggi, esclusivamente grazie all'importazione dall'estero, attraverso le procedure previste dal decreto ministeriale 11 febbraio 1997 (Importazione di specialit medicinali registrate all'estero);

 nel nostro paese infatti, non esistono in commercio farmaci registrati a base di cannabinoidi, n sintetici n naturali, e non esistono produttori autorizzati di cannabis per scopi medici per mancanza di richiste di autorizzazione alla produzione da parte delle nostre industrie farmaceutiche e per mancanza di richieste di AIC (Autorizzazione all'immissione in commercio) da parte di industrie produttrici straniere;
l'importazione di tali farmaci per il paziente comporta un notevole aggravio di spesa rispetto al vero prezzo del farmaco, cui vanno aggiunti costi di centinaia di euro per ogni singola pratica d'importazione, che va ripetuta dopo due mesi, mentre solo poche Asl forniscono la terapia in regime di day hospital;

 si tratta di una strada tortuosa, costosa e burocratica che tende i pi a scoraggiarsi o in alcuni casi a indirizzarsi verso il mercato nero dello spaccio della cannabis da una parte, e dell'autoproduzione, reato passibile di condanna anche con reclusione fino a diversi anni, dall'altra;

 considerato che:

 la soluzione al problema di rendere sempre, immediatamente e a minor costo disponibili i preparati a base di cannabinoidi, potrebbe essere quella di produrre a livello nazionale questa sostanza per scopi medici;

 a Rovigo  operativo il Centro di ricerca per le colture industriali, un istituto pubblico autorizzato che da anni  in grado di produrre chilogrammi di cannabis di diverso tipo e con varie combinazioni di cannabinoidi, materiali vegetali che devono essere periodicamente distrutti.

 considerato anche che:

 il prodotto vegetale, per essere fruibile dai pazienti, deve essere trasformato in preparazione medicinale e perci deve essere lavorato da un laboratorio autorizzato, di tipo farmaceutico;

 una struttura pubblica che ha la possibilit di fare questa trasformazione  lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, che tra le sue mission porta avanti le attivit congiunte di ricerca e formazione, per la produzione anche di medicinali orfani;

 lo Stabilimento, seppure tenuto a soddisfare prioritariamente le esigenze sanitarie delle Forze Armate, oltre ad essere autorizzato alla produzione di farmaci, pu anche acquistare, impiegare e distribuire sostanze stupefacenti e psicotrope e loro preparazioni;

 impegna il Governo a considerare l'opportunità e la fattibilità, previa valutazione congiunta del Ministero della salute e del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, di una produzione in Italia di medicinali a base di cannabis, tramite il centro di ricerca per le colture industriali di Rovigo e lo stabilimento farmaceutico militare di Firenze.

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