Brunetta: 500 euro ai giovani. Che ne sarà di noi?

Brunetta: 500 euro ai giovani. Che ne sarà di noi?

«Noi 40enni insultati proprio da chi ha creato queste condizioni socio-economico-politiche»

Ora al di là della boutade che fa sempre clamore e dà ampia risonanza su tutti i media, ( sempre utile specialmente in campagna elettorale!) dietro a queste parole c'è un disegno ben preciso che aspetta solo di essere tramutato in una o più leggi che, certo, "fuori di casa" in senso letterale non potrà cacciare nessuno ma creeranno l'ambiente, la situazione giusta affinché ciò avvenga "naturalmente".
Parafrasando il titolo di un film di Veronesi del 2004, mi chiedo "che ne sarà di noi?", classe di quarantenni che hanno dovuto pagare lo scotto e il tracollo economico dovuto alle baby pensioni di 20 anni fa, di una crisi politica nazionale degli anni '90 che ha avuto inevitabili riscontri economici, così come il passaggio dalla lira all'euro per arrivare alla crisi internazionale post "Torri Gemelle".
Forse ora è giunto il tempo di vederci ancora una volta sbeffeggiati favorendo con risorse economiche e opportunità economico-lavorative i ragazzi di diciotto anni?
No, non ci stiamo. Siamo persone che ognuna nel proprio campo professionale, anche se come precari, ha maturato una propria alta professionalità. Certo ci sono poi situazione lavorative, come quelle private, che hanno un iter burocratico più veloce, altre, come quella della scuola, che, usando un eufemismo, ha tempi più lunghi (vent'anni di precariato), tutti però con un bagaglio lavorativo e di esperienza acquisita.
E oltre la beffa che dopo vent'anni ci vediamo negato il nostro futuro, oltre al fatto di sentirci insultati con termini quali "bamboccioni" e, ancor peggio, "fannulloni" proprio da chi ha creato queste condizioni socio-economico-politiche, ora ci dovremo mettere forse l'anima in pace dovendo dare la precedenza a qualche diciottenne?
No, non ci stiamo, non ci stanno le nostre famiglie, non ci sta la società civile».