Celani: Gionni e Pd siano corretti, nessuna goliardia

Celani: Gionni e Pd siano corretti, nessuna goliardia

16 milioni cash a Fermo? Siamo matti? Solo 2 milioni e mezzo, il resto immobili ancora da intestare

in questa risoluzione affinché quelle risorse, i famosi 16 milioni di euro, potessero costituire un fondo per i lavoratori in difficoltà . «Il Pd – dice Celani – dia informazioni giuste e si assuma tutte le responsabilità.
La goliardia non è ammessa. Non è ammesso sparare cifre in libertà come fa il segretario Gionni quando ci sono gli atti che parlano. La somma cash (contanti, ndr) che è stata data dall'amministrazione provinciale di Ascoli a quella di Fermo è di 2 milioni e 411 mila euro, non un centesimo in più da luglio a questa parte.
Per il resto si tratta di intestare immobili secondo la divisione. E sia chiaro che finora noi non abbiamo dato seguito alla delibera n. 14, che quindi non ha avuto effetti, e gli immobili non sono stati intestati a Fermo. Siamo in attesa dei pareri richiesti al ministero della Funzione Pubblica e alla Corte dei Conti per poter agire in autotutela».
Il presidente della Provincia poi rigira il coltello nella piaga sulla ventilata possibilità di stornare quelle risorse per un fondo di solidarietà, come a dire che chi fa dichiarazioni ai giornali (il segretario provinciale del Pd Mauro Gionni) non conosce neppure le prassi della pubblica amministrazione. «La Provincia – spiega il presidente Celani – non può impegnare le entrate correnti per spese straordinarie o una tantum.
La Provincia di Ascoli per la prima volta ha impegnato 100 mila euro per il 2009 e 100 mila per il 2010 nel fondo di garanzia della Regione Marche, perché prima in bilancio non c'era un euro. A quel fondo le imprese possono attingere per avere sostegno nel periodo di crisi. Noi abbiamo fatto tutto il possibile nella grandi vertenze come la Manuli ( con il Consind circa le procedure di scorporamento del capannone industriale e per la trasformazione nella produzione di energia dalla cogenerazione alla produzione di sola elettricità) e la B&B. Lo abbiamo fatto sperando che la Manuli riassorba non 140 lavoratori, ma 200 o 220».
Il presidente del consiglio provinciale Armando Falcioni (Map) è deluso dalle dichiarazioni di Gionni. «Gionni si arrampica sugli specchi – dice Falcioni – sui problemi seri questo territorio non ha mostrato coesione dal punto di vista politico. E per la prima volta si è parlato del tema della divisione in Consiglio provinciale per  la spinta del Map ma di tutta la maggioranza. Tesi condivise anche da gran parte dell'opposizione.
Per c'è questo unico atto, si vedrà poi nel caso i pareri richiesti dicano che gli atti sono illegittimi. Secondo noi la giunta aveva solo potere di ricognizione mentre si è attivata anche per la valutazione degli immobili che ha portato ad un divisione fatta con molta fantasia. I valori sono stati poco opportunamente presi.
Per gli immobili il valore da prendere in considerazione doveva essere la rendita catastale. Sono stati valutati alcuni beni non ancora iscritti nel patrimonio come nel caso di S. Marco e del Vannicola di Porto d'Ascoli o della Scuola di formazione professionale di via Cagliari. Tutto questo ha creato un danno alla provincia di Ascoli».
E il presidente Celani tiene a focalizzare un punto scottante, quello sul trasferimento e ripartizione del Fondo Unico regionale. «Stiamo sostenendo una battaglia – dice Celani – con la Regione Marche che prima trasferisce per competenza ad Ascoli le funzioni delle scuole professionali: la  scuola di via Cagliari e l'istituto alberghiero e quella di San Benedetto con relativo personale docente e non docente, mentre a Fermo ne hanno una soltanto, ma poi nel riparto del Fondo Unico che vale tra i 6 e i 7 milioni all'anno divide secondo le percentuali di divisione delle province (57% e 43%) mentre in realtà Ascoli ha un onere di funzioni del 75% e Fermo invece solo del 25%.
Perché questo tipo di ripartizione visto che il Fondo Unico non è sottoposto alla legge 147 sulla divisione delle province? Se questo meccanismo dovesse permanere Ascoli sarebbe penalizzata ogni anno di circa 1 milione e mezzo di euro: allora c'è davvero interesse della Regione per il territorio di Ascoli?».
Sul personale il presidente della Provincia va coi piedi di piombo visto che c'è un accordo sindacale. Certo che non condivide alcuni passaggi come quelli sugli incentivi ma se quelli sono gli accordi l'ente non si mette certo a condizionarli. «Su un punto però – dice il presidente Celani – dove abbiamo la facoltà, ci siamo riservati. Si tratta della situazione dei prepensionamenti. Va valutata la norma e l'impatto economico.
Dobbiamo ragionarci, vedere se è legittimo e valutare nel tempo cosa fare perché non ci sono risorse sufficienti». E' stata trasmessa invece una lettera a tutti i dirigenti per conoscere al di là delle voci quali siano interessati ad una rescissione anticipata del rapporto di lavoro (prepensionamento).