Il sindaco Castelli è un baro per la minoranza

Il sindaco Castelli è un baro per la minoranza

Dubbi sul ruolo delle Partecipate: non hanno mai versato i milioni di euro che devono al Comune

Ascoli - Questa la sintesi di una conferenza stampa alla quale anno partecipato Francesco Viscione (Udc), Marco Regnicoli (Alveare), Gianfranco Bastiani, Valentina Bellini, Stefano Corradetti e Emilio Pignoloni (Pd).


La polemica è innescata dall'ultima approvazione delle variazioni di bilancio che i consiglieri di minoranza giudicano criptiche e poco utili. Secondo Valentina Bellini ci sono molti servizi esternalizzati, come ad esempio nel caso di un'associazione di volontariato alla quale sono state affidate le pulizie delle mura cittadine, problema che dovrebbe essere di competenza di una società partecipata come Ascoli Servizi Comunali e quindi senza ulteriori costi per la comunità.


Fatto ancor più rilevante quando l'assessore Cameli “confessa” che non si trovano 35 mila euro per la pratica per far riconoscere Ascoli patrimonio dell'Unesco.
Viscione rileva come le strade della città e la situazione viabilità nelle frazioni sia degradante.


E Regnicoli sostiene invece che il sindaco Castelli e la sua giunta  non tengono conto dei rilievi della Corte dei Conti sul bilancio comunale censurando l'utilizzo del patrimonio per pagare le spese correnti. Il “gioco” delle entrate di bilancio dalle società partecipate che in realtà finora non hanno versato diversi milioni di euro è il dubbio dei dubbi, soprattutto quando le opere pubbliche nel triennio si basano solo su entrate presunte, una sorta di libro dei sogni che mai si realizzano.



Bastiani ritiene che non si è intrapresa la strada per la collaborazione soprattutto diventa inutile fare l'ascolto sul piano sosta quando non si supera un problema originale, quello della convenzione dei parcheggi con la Saba. Se non si risolve questo problema inutile parlare di altre soluzioni. E quindi va da sé che l'ipotesi di opposizione dura senza certi presupposti avrà vita facile.