La posizione dei consiglieri comunali PD è ininfluente sulla politica amministrativa di Gaspari
che afferma esserci stato in questi mesi, di cui invece né il mio né il suo partito hanno mai avuto notizia. Anzi, tutte le proposte esposte da Rifondazione sono state sistematicamente rimandate al mittente, come nel caso del Piano Spiaggia e del Ballarin, a volte anche accompagnate da dileggio e derisione, salvo poi sbattere contro la dura realtà dei fatti che ci dava ragione.
Ci pare, poi, una sorta di amara ammissione il fatto che lui stesso dica di aver, insieme a tanti amici del PD, “sostenuto le nostre ragioni in ogni luogo”, quando è evidente che l’amministrazione si è mossa in direzioni opposte. Se ne deduce che la posizione dei consiglieri comunali PD è sostanzialmente ininfluente ai fini della politica amministrativa di Gaspari, ma questo non sembra essere un problema per il capogruppo.
Quanto alla mozione di sfiducia, sfugge a Benigni che è la maggioranza a dover dimostrare la propria solidità e compattezza, non le minoranze. Qualora il Bilancio preventivo, così come già successo per l’assestato di Lunedì, non passasse col voto favorevole di sedici consiglieri ma soltanto per l’astensione o l’assenza di qualche membro dell’opposizione, il Sindaco e il PD dovrebbero prendere atto della mancanza di una maggioranza politica che li sostenga e dimettersi immediatamente. Altro che “prova di compattezza”!
Dispiace, in ogni caso, che dopo aver isolato Rifondazione per mesi se ne riscopra il valore e la dignità soltanto sotto la spada di Damocle. Come al solito il PD dispensa richiami alla responsabilità ai suoi alleati soltanto quando c’è da salvare qualche faccia, e mai quando si tratta di lavorare insieme per il bene pubblico.