LETTURA MESSAGGIO NAPOLITANO
Desidero rivolgere un caloroso saluto ai promotori e ai partecipanti al meeting internazionale di Ancona sull’Africa, promosso dalla Regione Marche. Il tema è certamente di assoluta attualità. Sull’Africa oggi più che mai occorre richiamare l’attenzione dei governi, degli enti territoriali, della società civile, del mondo dell’associazionismo. Si avverte l’urgenza di un rinnovato sforzo collettivo di un più lungo periodo per far emergere le grandi potenzialità del continente africano e per attenuare le disparità di sviluppo che tuttora ne minano la crescita.
La drammatica situazione in cui versa larga parte della popolazione africana non può lasciarci indifferenti. La tutela della dignità umana, i diritti dei popoli, la lotta alla povertà e all’ignoranza sono valori universali che devono restare al centro dell’impegno della comunità internazionale.
E’ in questo spirito che formulo i migliori auspici per i lavori del meeting e per il contributo che le vostre riflessioni, nonché le esperienze sinora maturate in Africa, potranno offrire per accrescere la consapevolezza dell’importanza dello sviluppo sostenibile di questo continente.
Giorgio Napolitano
«Sono lieto di porgervi il benvenuto al Meeting Internazionale “L’Europa con l’Africa” che si svolge a 10 anni dall’avvio del dialogo istituzionale tra l’Unione Europea e l’Africa e dal lancio degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio da parte dell’ONU. Si discute tanto e si fa tanto poco per l’Africa. Questo grande Continente continua infatti ad essere oggetto e non soggetto della politica mondiale.
Non c’è pace ancora in tante parti dell’Africa: dal Corno d’Africa, ai grandi laghi, fino alle regioni più occidentali, i conflitti hanno ormai un carattere endemico.
Il costo di questi conflitti si conta in milioni di morti, in distruzioni gravissime e nel blocco di qualsiasi processo di sviluppo. L’Africa è senza pace e non c’è sviluppo senza pace.
Una pace che non si ottiene solo con le armi, ma che si deve fondare sul confronto tra le comunità e sul ruolo attivo dei cittadini, sulla costruzione di strutture pubbliche efficienti, di un’etica pubblica e di grandi investimenti per strade, scuole, ospedali e strutture produttive.
E’ necessario avviare strategie a lungo termine a livello continentale, nazionale, ma soprattutto locale per supportare lo sviluppo di governance efficaci nell’individuare e risolvere i bisogni delle persone.
Solo a queste condizioni si potrà rompere il ciclo della violenza. La Regione Marche collabora da tempo con organismi internazionali, statali ed altri enti territoriali italiani e con organizzazioni non governative e di volontariato per il finanziamento e la realizzazione di progetti di cooperazione internazionale rivolti a Paesi dell'Africa.
In particolare, sono stati realizzati interventi in Eritrea, Etiopia, Kenya, Zambia, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Sudafrica, Tanzania, Costa d'Avorio, Mali e nei paesi del Nordafrica mediterraneo, che hanno spaziato in vari settori: sanità, autosufficenza alimentare, irrigazione e approvvigionamento idrico, istruzione e formazione professionale.
Queste iniziative sono state promosse dalla Regione Marche assieme ad altri Enti locali, ad Università, Camere di Commercio, associazioni di categoria e sindacali, ONG ed associazioni di volontariato laiche e religiose del territorio marchigiano, ed hanno visto la partecipazione di centinaia di esperti, volontari, semplici cittadini, ma, cosa ben più importante, hanno visto il diretto coinvolgimento, su base paritaria, dei soggetti africani a cui tali interventi erano rivolti, con i quali si sono, nel tempo, creati stretti rapporti di collaborazione ed amicizia.
La Regione Marche con il proprio patrimonio di azioni per la solidarietà e la pace e con una storia dello sviluppo regionale basato sulla dimensione locale, rappresenta un riferimento importante per chi voglia affrontare, in ogni paese, i nodi dello sviluppo.
Da sempre, infatti, la Regione Marche è protagonista di un modello di cooperazione internazionale che vede nel sostegno allo sviluppo locale e sociale la sua specifica missione.
In questa ottica, la Regione Marche ha fondato l’attività di solidarietà e cooperazione internazionale sulla crescita dello sviluppo locale di quelle comunità che in tante parti del mondo e in particolare in Africa, sperimentano la durezza dei conflitti e della povertà.
Sono state poste le basi di un modello di cooperazione non frammentata ed improvvisata, capace di far crescere e sviluppare le comunità locali costruendo concreti percorsi di democrazia contro tentazioni integraliste e nazionaliste che sono sempre portatrici di violenza e di guerra.
E’ questo un punto centrale del programma di governo della Regione Marche: la cooperazione è lo strumento insostituibile di quella politica di pace a cui la nostra regione è particolarmente chiamata.
E’ necessario, dunque, un ruolo più attivo e incisivo dell’Europa per la cooperazione decentrata a sostegno delle popolazioni africane: il salto di qualità culminato nell’adozione dell’Agenda per il Millennio da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite comporta la necessità di aggiornare gli strumenti a disposizione della cooperazione, al fine di far fronte rapidamente alle nuove sfide di sviluppo dell’Africa.
Il Meeting Internazionale L’Europa con l’Africa è una straordinaria occasione di confronto e di riflessione sulle scelte che insieme dovremo effettuare nel settore della cooperazione decentrata allo sviluppo.
Penso al ruolo delle Regioni e degli Enti locali particolarmente importante nel trasferimento di conoscenze sui processi di decentramento nei paesi del Sud, al fine di rafforzare e favorire la diffusione di sistemi di governance partecipata dello sviluppo. In questa prospettiva, sono convinto che le azioni di cooperazione decentrata in Africa siano una concreta opportunità di sviluppo di forti partenariati territoriali che mobilitino non solo risorse finanziarie ma soprattutto risorse tecniche e umane.
E per questo, credo sia opportuno proporre l’istituzione di un TAVOLO AFRICA nell’ambito della Conferenza delle Regioni europee: un luogo strutturato e di respiro internazionale dove questo percorso può concretizzarsi».