Le primarie danno la febbre da cavallo che influenza negativamente il lavoro o presunto tale, dei neuroni cerebrali. Cambiano le scenografie, le sembianze delle marionette, ma i burattinai restano sempre gli stessi a incrociare i cordini per far agitare i pupi in scena di fronte al pubblico di elettori sempre più confusi.
Ora sbraita Paolo D'Erasmo e sembra una maschera da tragedia greca che dà voce ad un simbionte nascosto al suo interno.
Ce l'ha con l'assessore regionale Sandro Donati che ha presentato una lista per le primarie che eleggeranno il segretario regionale Palmiro Ucchielli, unico candidato. In origine le liste dovevano essere tre come i tre candidati nazionali: Bersani, Franceschini e Marino. Nelle Marche, per la provincia di Ascoli Piceno, ne è stata presentata una quarta: "Partecipazione Democratica", capolista Sandro Donati. Una "Bersani 2" come molti l'hanno chiamata.
E D'Erasmo, capolista ad Ascoli della Bersani, accusa Donati di creare divisione, Donati gli risponde per le rime e parla di poca democrazia negli spazi da attribuire in segreteria regionale. Che dopo la sconfitta in Provincia e Comune ad Ascoli le cose nel Pd non siano cambiate lo dimostra che nonostante il regalo voluto dei due enti al centrodestra, i deretani sulle poltrone che contano sono rimasti gli stessi. E non hanno perso occasione per dimostrare ancora una volta la logica che tutto muove: voglia di potere a tutti i costi.
Capogruppo della Bersani, dicevamo, è Paolo D'Erasmo che per conto di Emidio Mandozzi, quando era candidato alla presidenza della Provincia, che poi ha visto deflagrare sotto il muso, aveva tentato di "reclutare" alcuni assessori vicini all'ex presidente Massimo Rossi per riunire le forze contro il centrodestra. Tentativo non riuscito perché quegli illusi delle liste pro Rossi pensavano, meschini, al bene comune e ai progetti benefici per il territorio e non ai posti in giunta e allo stipendio assessorile. Dunque D'Erasmo incarna nella Bersani lo "spirito" di Agostini e Mandozzi con i loro propositi di governare ancora il Pd e quindi il territorio.
E' talmente palese e la maschera non riesce a nascondere i protagonisti veri, perché nella stessa lista compaiono nomi come Giuseppe Brandimarti, Lucio D'Angelo, Micaela Girardi. E solo per una battaglia della senatrice Marina Magistrelli (corrente Bindi), Valentina Bellini (corrente Bindi) sale in terza posizione nella Bersani dalla retrovia dove era stata lasciata in un primo tempo, nonostante coordinatore comunale del Pd. E come spesso accade la Bellini, probabilmente, dovrà gratitudine (?) per quella posizione, altrimenti non si spiegano le censure di "provincialismo" che lancia contro chi ha presentato la lista "Partecipazone Democratica".
Naturalmente strategia impone che i bastioni che contano siano in mani sicure, così il segretario provinciale Mauro Gionni è capolista della lista Franceschini: comunque vada sarà un successo (come dire). Importante occupare i posti in segreteria regionale e governare il piceno Pd. Intanto riceviamo e pubblichiamo una nota di Partecipazione Democratica su quel che sta accadendo.
«Sintomatica di autolesionismo la critica che rimbalza su “Partecipazione Democratica”: a tutto danno dell'interezza unitaria del partito che, invece, di questo ulteriore schiaffo proprio non ha bisogno. Con tutta evidenza le esperienze negative del recente passato non hanno insegnato alcunché ai dirigenti provinciali del PD. Solo qualche mese fa costoro hanno posto in essere una diabolica strategia che ci ha fatto perdere Comune e Provincia di Ascoli. Poi, come se tutto quanto è accaduto fosse semplice acqua che dilava i muri, lor signori si sono stretti intorno al segretario provinciale per dire che nulla era accaduto. Oggi le stesse persone hanno pensato bene di occupare le due principali corsie congressuali (Bersani e Franceschini) per emarginare nelle liste i non allineati. E' la classica sindrome della “nutella”: spalmiamoci un po' di qua e un po' di là per coprire tutti gli spazi possibili. Apriti cielo se poi qualcuno pensa strade alternative comunque utili a portare consenso e voti al progetto del PD.
Perché è di questo che si sta parlando: attrarre coloro che con tutta probabilità non voterebbero su certe presenze senza altre figure alternative e di conseguenza si allontanerebbero ulteriormente dal rafforzare il PD. Evidentemente questo discorso, cioè l'interesse a far crescere il PD, a coloro che sputano critiche e accuse di divisione poco importa. E' solo questione di occupare spazi. E’ comprensibile, dunque, che sia apparsa pericolosa ed urticante la costituzione di una lista regionale aperta e non gestita dai soliti noti.
Quindi, secondo copioni già visti, avanti con accuse, denunce ai probiviri ecc. Se poi tutto questo può scoraggiare gli elettori delle primarie, pazienza.
Le primarie sono una cosa seria. Permette agli elettori PD di giudicare e scegliere. Soprattutto nel Piceno serviranno a fare chiarezza ed a costruire un PD migliore».
Le liste per le primarie
Bersani nazionale Bersani Regionale
Franceschini nazionale Franceschini regionale
Marino nazionale Marino regionale