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Crisi nel Piceno, la Provincia diventi parte attiva
Per recuperare coesione sociale e politica e definire il quadro degli interventi
orientate in maniera univoca a reclamare lo stop al declino industriale e socio-economico dell’ intero territorio piceno, ci sarebbero stati distinguo e rimpalli delle responsabilità tra i livelli Istituzionali, tra le forze politiche e tra le rappresentanze sociali stesse.
Tutto ciò, come se le esperienze negative del passato fossero passate inutilmente (es. fuoriuscita dalla Casmez, divisione della Provincia ecc.).
In proposito, debbo purtroppo riscontrare come sia caduta nel vuoto la proposta della DC Marche, formulata il 1° settembre scorso, di costruire una posizione univoca e convergente tra Istituzioni, forze sociali, economiche e politiche, per costruire insieme ed unitariamente un “PATTO CONTRO IL DECLINO E PER UN NUOVO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO DEL TERRITORIO”.
Tale piattaforma rivendicativa, sostenuta da tutti, senza primogeniture e rivendicazioni di bandiera, avrebbe dovuto richiamare l’attenzione del Governo Nazionale e della Regione Marche sulla drammaticità della situazione occupazionale attraverso un'unica e frande manifestazione di protesta.
Da quanto accaduto emergono quindi inconfutabilmente due segnali, che dovrebbero richiamare tutti gli attori locali ad una revisione del loro agire politico e sociale nell’interesse della collettività picena.
Il primo segnale viene dall’incapacità della politica e delle Istituzioni di dare coerenti risposte, al di là delle affermazioni pre-elettorali, alla dichiarata e imprescindibile esigenza di coesione sociale e politica per invertire la tendenza al declino di un intero territorio.
Il secondo riguarda invece espressamente le rappresentanze sociali, che con le loro azioni tendenti a marcare primogeniture e diversità, non sembrano avere a cuore l’unità del mondo del lavoro.
Ritengo però che nulla sia perduto. Questo perché le esperienze dovrebbero insegnare qualcosa, soprattutto quelle negative.
La Provincia si faccia perciò parte attiva per recuperare coesione sociale e politica, convocando a breve una riunione con tutti gli attori istituzionali, sociali, economici e politici della realtà provinciale, per definire insieme il quadro degli interventi e delle cose urgenti da fare.
Successivamente ed in tempi strettissimi, dovrà organizzare una conferenza socio-economica provinciale alla quale far partecipare oltre alle Istituzioni locali, le rappresentanze sociali, economiche, di categoria e politiche, anche il Governo Centrale e la Regione Marche, per impegnare entrambi i livelli ad interventi concreti ed immediati atti a risollevare le sorti del nostro territorio».