invece di tentare il recupero di un percorso di mobilitazione unitario nell’interesse dei lavoratori e del migliore sistema economico locale, l’ex vice presidente, con l’avallo dell’attuale gruppo dirigente del PD ascolano, coglie tutte le occasioni per attaccare e screditare, con argomentazioni false, la passata amministrazione provinciale di centrosinistra, accreditando immeritatamente dinanzi ai cittadini, il centro destra ora rappresentato in provincia dalla giunta Celani?
Dinanzi a questa dissennatezza, soprattutto per rispetto dei cittadini, in particolare di quelli di centro sinistra, siamo costretti ad intervenire per sgombrare il campo dalle informazioni strumentali date appunto alla stampa da Emidio Mandozzi e dallo stesso Piero Celani, ancora una volta sulla situazione del bilancio provinciale che la nostra amministrazione avrebbe portato ad un livello di indebitamento insostenibile e collassante per l’Ente.
Questa è invece la realtà:
1) nei cinque anni della nostra amministrazione sono stati fatti investimenti significativi in strade, scuole, fiumi. Investimenti indispensabili, peraltro richiesti da amministratori e cittadini, decisi in modo partecipato e condiviso con forze politiche, consiglieri provinciali, rappresentanti di categorie economiche e del lavoro.
2) I costi di tali interventi sono stati coperti solo in minima parte da risorse di provenienza statale e regionale, drasticamente ridimensionate rispetto al passato. La gran parte delle risorse sono state reperite attraverso la contrazione di mutui che pesano sul bilancio provinciale secondo percentuali pari a circa il 50% del limite stabiliti dal Legislatore ed in linea con la media delle province italiane e marchigiane.
3) In conseguenza della crisi finanziaria che ha colpito l’economia negli ultimi mesi, conformemente con quanto sta accadendo a tutti gli Enti Locali italiani, si è registrato un calo delle entrate correnti legate al mercato dell’auto e al consumo di energia elettrica. Pertanto anche il bilancio di Ascoli Piceno ha meno risorse per la spesa corrente, con conseguenti necessità di riduzione, razionalizzazioni e revisioni delle uscite.
4) La divisione della provincia che, è sempre bene ricordare, è stata decisa dal Parlamento nel 2004 con il Governo Berlusconi e che la mia amministrazione ha dovuto soltanto attuare, tra i vari danni causati non però ha sostanzialmente prodotto debiti aggiuntivi.
E’ pertanto doloroso - e vergognoso per chi lo attua - assistere al sistematico sciacallaggio su una delle pagine più sciagurate della storia recente di questo territorio.
La nostra amministrazione senza seguire le devastanti derive propagandistiche e demagogiche imboccate per ragioni elettorali dal PD ascolano, con grande impegno e senso di responsabilità ha condotto la complessa operazione del riparto dei beni e del personale nel rispetto dei vincoli posti dalla legge, cercando di ridurne al minimo gli impatti negativi, sia di carattere economico sia di carattere sociale ed umano.
E’ nel contempo politicamente dissennato enfatizzare le oggettive difficoltà di riorganizzazione della Provincia di Ascoli, comunque gestibili con una buona condotta amministrativa, fornendo ingiustificati alibi preventivi alla Giunta Celani in ordine ad eventuali future inefficienze.
Tali difficoltà derivano peraltro da ragioni assolutamente oggettive che non possono certamente essere imputate alla precedente amministrazione.
Infatti:l’esodo verso Fermo del personale assunto e formato negli ultimi anni, era inderogabile per legge e per giurisprudenza consolidata, che individuano nell’anzianità di servizio il criterio prevalente della selezione. Va detto comunque che una parte di esso rientrerà a breve per effetto del turn-over e che, senza cedere al catastrofismo, è possibile affrontare le attuali problematiche con un costruttivo e paziente lavoro di riorganizzazione e formazione del personale rimasto ad Ascoli.
La maggiore sofferenza del bilancio della Provincia di Ascoli deriva dal fatto che ad una sostanziale ripartizione proporzionale delle entrate tributarie non corrisponde un’analoga proporzionalità della spesa che nel versante ascolano si è storicamente consolidata su livelli più alti del fermano. Solo per fare qualche esempio delle maggiori uscite nella parte ascolana basti pensare all’Università, agli istituti musicali “Spontini” e “Vivaldi”, al Consorzio dei Monti Gemelli, ad altro ancora che non cito per brevità, che non trovano riscontro nel fermano. Anche in questo caso, a tutto ciò si può far fronte senza particolari tragedie con qualche manovra finanziaria di razionalizzazione già avviata dalla precedente amministrazione.
La realtà è dunque la seguente: gli attuali problemi sono la conseguenza della nascita della nuova provincia di Fermo ma non derivano certamente dalle modalità e dai criteri adottati nella divisione del patrimonio e del personale. Ma soprattutto va detto che le stesse difficoltà non sono affatto insuperabili se verranno affrontate senza indugi e senza demagogia.
Allora soltanto una preghiera: basta con questo modo d’intendere e di praticare la politica, un modo che di danni ne ha procurati già troppi al territorio ed a chi lo abita. Fra tutti, appunto, la sua divisione in due micro province e l’interruzione del già avviato progetto di sviluppo locale a cui l’amministrazione di centro sinistra stava lavorando con risultati importanti e riconosciuti da tutti; progetto di cui purtroppo s’intravedono, al di là delle dichiarazioni, lo stravolgimento e l’abbandono: rinuncia al Parco Marino, privatizzazione dell’acqua dei Sibillini, per citare le decisioni già dichiarate.
E finalmente, caro Emidio Mandozzi, ricordando il buon senso dei manifesti della tua campagna elettorale, diamo informazioni oneste ed occupiamoci dei problemi reali, senza manipolazioni e secondi fini.