I fatti risalgono al 2007. La Procura ipotizza i reati di falso e abuso d'ufficio
regionale della sanità (Ars) in un'inchiesta della Procura del capoluogo, si è dimesso. Lo ha annunciato il sindaco Fiorello Gramillano dopo la riunione di giunta. La decisione - si apprende - è stata presa di comune accordo. Ieri, Belligoni (Prc), era regolarmente seduto ai banchi della giunta nella prima riunione del consiglio comunale dopo le elezioni.
A margine dei lavori, Gramillano aveva annunciato che il suo assessore si sarebbe dimesso non appena avuta la certezza anche solo della richiesta di rinvio a giudizio, circostanza di cui - attraverso gli organi di informazione - si era a conoscenza da giorni.
L'accusa, per Belligoni e altre due persone, è di aver ritoccato un bando di gara per favorire l'affidamento di un incarico triennale da 270 mila euro a un consulente. La Procura ipotizza i reati di falso e abuso d'ufficio a carico di Belligoni, di un altro funzionario dell'Ars, Alberico Marcobelli, e dello stesso consulente, Alberto Balducci. I fatti risalgono al 2007. Dopo l'avviso di chiusura delle indagini, notificato nel dicembre scorso, gli indagati avevano respinto ogni addebito. Le tesi difensive, in sostanza, erano che le modifiche non spostavano nulla nel bando, che non erano state fatte per favorire qualcuno e che Balducci aveva tutti i requisiti per quell'incarico. Nel mirino degli inquirenti, in particolare, erano finite due modifiche del testo del bando previsto dalla delibera di giunta regionale (n. 207 del 5 aprile 2007): l'aggiunta del requisito della "cultura universitaria o equivalente" che, per l'accusa, avrebbe implicitamente 'coperto' una laurea honoris causa in possesso di Balducci; l'aggiunta della clausola "in enti pubblici o privati superiore a dieci anni" al requisito della "posizione dirigenziale o di consulenza aziendale". Il tutto, secondo la procura, per restringere il campo dei pretendenti all'incarico, tanto che l'unica domanda presentata fu proprio quella di Balducci.