che a tarda notte dovevano ancora essere fatti. Altro elemento da caccia alle streghe è un cartello anonimo, senza alcun simbolo del Partito Democratico, che recava la seguente scritta :«L'ingresso è consentito agli aventi diritto e ai coordinatori di circolo».
E poiché avevo chiesto di farmi sapere se fosse gradita la mia presenza in qualità di giornalista, ritengo che quella scritta fosse la risposta a quanto avevo chiesto.
Arguisco così che se in passato alle assemblee provinciali del Pd qualche giornalista era presente, occorre essere graditi non per il ruolo che si svolge, ma per quello che si scrive. In soldoni, se non approvi il pensiero unico non ti facciamo entrare.
Per carità è del tutto legittimo, è casa loro. Non mi sognerei mai di fare una violazione di domicilio. Intanto però ieri si sono registrate alcune posizioni. Ma come? Vi chiederete. Non ti hanno fatto entrare e sai tutto lo stesso? E certo, è il segreto di Pulcinella.
Dopo questi incontri basta che alzi il telefono e qualcuno ti racconta ciò che vuoi. Ma allora, continuerete a chiedervi, che interesse c'è ad essere presenti? E semplice, si tratta di una garanzia per chi interviene in quelle circostanze, ma non lo capiranno mai.
A certuni interessa il fatto che si critichino le scelte in politica e alcuni personaggi. A costoro poco interessa se la Corte di Giustizia europea definisce i giornalisti mediatori intellettuali. Così nel Pd ascolano ci sono molti che apprezzano anche le critiche, altri invece che non ne vogliono sentire. Ma allora perchè quel partito si è voluto chiamare Democratico?
Transeat. Torniamo all'assemblea. Una lunga relazione del segretario provinciale Mauro Gionni ha sostanzialmente voluto dapprima sostenere che la sconfitta ad Ascoli (Comune e Provincia) sarebbe da addebitare ad un calo a livello nazionale dei consensi al Pd, poi Gionni ha anche detto tra le righe che comunque se alcune scelte sono state sbagliate, non è solo del segretario la responsabilità, ma visto che sono state condivise quella responsabilità è parimenti da condividere.
Analisi che a mio modo di vedere non fa una grinza. Il difetto sta nelle conseguenze: al momento non se ne vedono.
E nel suo intervento di Antonio Canzian, che lo vogliamo ricordare per gli smemorati, forse conta più di qualche dirigente assembleare visto che ha ottenuto 14.278 voti alle ultime elezioni, ha detto cose chiare. Intanto i dirigenti che hanno maturato quelle scelte che hanno portato alla sconfitta debbono rimettere il mandato all'assemblea che deciderà come meglio crederà. Perché secondo Canzian se il Pd continua su questa strada conflittuale il prossimo obiettivo che andrà perduto sarà il governo della Regione. Di fronte a queste indubbie perplessità vedremo se il collante che lega alle poltrone sarà più resistente della logica di San Tommaso.
Ricordate? Volle mettere il dito nel costato di Cristo per credere. Ora, dopo aver perso una Provincia nei numeri di centrosinistra già al primo turno e il Comune perso per una manciata di voti, in quale “costato” avranno bisogno di infilare le mani?