/Il sindaco Guido Castelli ha giurato nella sala della Ragione
Il sindaco Guido Castelli ha giurato nella sala della Ragione
Ciccanti prova a fare la prima donna, il segretario Minicucci lo mette all'angolo
Donatella Ferretti, Luigi Lattanzi, Valentino Tega, Claudio Travanti e Gianni Silvestri (che assume anche l'incarico di vice sindaco); per le liste che hanno appoggiato la candidatura di Castelli sono stati nominati assessore Davide Aliberti e Massimiliano Di Micco.
La seduta ha registrato qualche momento di nervosismo con la minoranza che ha aspramente criticato il regolamento del consiglio comunale approvato dal commissario prefettizio e che assegna solo 5 minuti a ogni consigliere per esporre i motivi del proprio intervento.
Castelli ha dato disponibilità a riportare il regolamento in commissione per apportare dei correttivi in un cammino condiviso fra maggioranza e opposizione. L'onorevole Amedeo Ciccanti, dai banchi dell'opposizione ha cercato di monopolizzare la seduta, ma le sue censure sulla valenza dell'ordine del giorno che recava due votazioni separate per il presidente del consiglio e il vice presidente, mentre era stato scelto di votarli contestualmente.
Ci ha pensato il segretario generale del Comune Minicucci ha sforbiciare le unghie all'onorevole dell'Udc. Nei suoi confronti diverse le contestazioni da parte del pubblico.
Poi il discorso del sindaco Castelli, di chiaro valore politico, ha riportato sul binario della serenità il consesso. Castelli ha speso più di una parola sulla collaborazione con l'opposizione ed evidente il riscontro in Antonio Canzian che, ha detto il sindaco rappresenta oltre 14 mila ascolani, di leader della stessa opposizione. Insomma un'apertura che lascia ben sperare per il rilancio della città. Punti basilari del nuovo sindaco il lavoro e l'efficienza della macchina amministrativa.
La trasparenza secondo Castelli è l'elemento che aiuta il buon governo di ogni amministratore a favore del bene comune. Rispediti al mittente dal neo sindaco di Ascoli i sospetti di ineleggibilità sollevati nei suoi confronti da Ciccanti.
E sulle deleghe mancate all'insediamento della giunta dai banchi dell'opposizione sono arrivate critiche di ordine diverso negli accenti.
Da una parte Ciccanti (Udc) ha connotato questo fattore di eventuali accordi non rispettati tra le componenti politiche della maggioranza, tali da creare maretta al proprio interno.
Critica anche la posizione di Antonio Canzian che però sull'elemento deleghe non ancora assegnate ha evidenziato il criterio della meritocrazia. Secondo Canzian infatti il futuro della città poggia sulla qualità degli amministratori.
Il riferimento a Travanti correva sul filo delle parole del leader del centrosinistra. Tonino D'Isidoro della Primavera di Ascoli, ha apprezzato la voglia di apertura del sindaco Castelli.
Per D'Isidoro occorre pensare agli invisibili, agli ultimi, in una situazione dove sconfiggere la mortalità del lavoro è il discrimine per ritrovare la qualità di una vita degna. L'università con la ricerca e l'innovazione sono la soluzione.
Poi Giulio Natali fa il discorso del "14 marzo 2009", il giorno della sfiducia a Celani, dicendo che non c'è più storia per gli avvelenatori di pozzi. Denso di pathos il primo giorno da consigliere comunale del'avvocato Falciani che, dopo aver dato una lettura seccamente giuridica dei termini di ineleggibilità, cioè a dire tante chiacchiere di Ciccanti per nulla, con voce rotta si pone al "fianco" del sindaco contro chi ha dipinto Ascoli come Corleone.