/Canzian, è primario tenere unito il centrosinistra
Canzian, è primario tenere unito il centrosinistra
Via chi ha sbagliato nel Pd per non regalare anche la Regione al centrodestra
Ora sanno di dover lottare contro lobby e poteri forti in casa propria perché quelle del centrodestra le avevano sconfitte coi numeri già solo facendo la conta dei costi delle due campagne elettorali. Sanno di contare per metà della città. A guardare quanti assiepavano le scale fuori dalla sala che non poteva contenerli, sembrava di essere ai festeggiamenti di una vittoria. Si guardano tra loro con più determinazione.
Li anima quel sentimento sferzante e prorompente prodotto dall'indignazione per un traguardo sfuggito per una manciata di … secondi dal filo di lana. Li sostiene una dignità conquistata a spiegare la città del futuro tra la gente.
E se c'era qualcuno che pensava che dopo la sconfitta i ranghi si sarebbero dissolti, beh ha sbagliato ogni previsione. Nella sala dei Savi a palazzo dei Capitani è stato consacrato il nuovo leader del centrosinistra ascolano: Antonio Canzian.
Per diventarlo Canzian ha dovuto vincere le primarie del Pd, ha dovuto combattere ancora perché per lui le primarie non avevano lo stesso valore da assunto in cielo che valevano per Mandozzi.
La sua grinta e la sua lucidità nell'interpretare il futuro prossimo hanno spazzato via d'un colpo le lacrime degli attivisti nella serata del risultato elettorale negativo.
Canzian sente sulle spalle la responsabilità di dover controllare l'operato degli avversari che governeranno sulla città, lo ha promesso agli elettori in campagna elettorale, nelle case, nei bar, nei quartieri, nelle piazze, nei mercati.
Un compito non semplice per i numeri consiliari dell'opposizione. Per Antonio Canzian resta ora l'obiettivo primario di tenere unito il centrosinistra perché l'unità è da sempre il segreto banale della vittoria. Per ottenere coesione occorre il sacrificio rituale (almeno nel centrodestra fermano questo esempio di onestà intellettuale ha trionfato) di coloro che dovendo dirigere un partito, il Pd, hanno grossolanamente sbagliato. Hanno volontariamente sbagliato. Hanno arrogantemente sbagliato.
Gli Agostini, i Gionni, i Mandozzi e tutti gli altri del partito degli “scomparsi” debbono sloggiare da quei luoghi che erano destinati a servire il bene comune e sono stati invece utilizzati per scopi propri. Unica regola l'esercizio del potere per accrescere il proprio potere.
Non è neppure un esercito quello degli scomparsi. Eppure hanno giocato con la democrazia, l'hanno presa a calci drogando primarie provinciali che altrimenti non avrebbero potuto fare. Non c'erano teste di serie a competere, ma comparse di seconda fila.
Hanno preso in giro poi con il richiamo al voto utile, al buon senso quelli che sono stati pure costretti a turarsi il naso. Con lucida arroganza hanno consegnato al centrodestra la Provincia e di conseguenza hanno fatto mancare quel traino vincente che un candidato come Massimo Rossi avrebbe prodotto con la sua immagine ad Antonio Canzian per la conquista dell'Arengo.
Talmente stolti politicamente questi “soloni” della politica casareccia che hanno scavato la loro stessa fossa. Ora faranno il gioco delle tessere per contare nel voto assembleare. Può chiamarsi democrazia questo artifizio di rappresentanza o ha più voce chi ha alle spalle un mandato da 14.278 persone? Se dobbiamo tradurre dal greco, lingua dalla quale ci giunge la parola democrazia, non hanno scappatoie assembleari questi azzecca garbugli della politicuccia di paese.
Sono riusciti a suscitare volantini che recavano frasi come “Mai più un voto a Luciano Agostini”, documenti come quelli distribuiti dal “Comitato dei giovani per l'unità della sinistra ascolana” e altri ciclostilati dove si dipinge “Ascoli=Iran. Viva Mussavi!” con un “vaffa” finale.
E stasera si gioca il superball, l'assemblea provinciale del Pd presso il Piceno Consind alle ore 21.