Pd, il gruppo consiliare chiede le dimissioni dei dirigenti

Pd, il gruppo consiliare chiede le dimissioni dei dirigenti

Il 1° luglio alle 17,30 presso la sala dei Savi a palazzo dei Capitani l'incontro con gli elettori

in Provincia, e non è riuscito a sanare le divisioni interne culminate in uno stillicidio  di guerriglie, sponsorizzando un solo candidato (Brandimarti) non tenendo in alcun conto gli altri due (Canzian e Pignoloni), neppure alla conclusione delle primarie che avevano indicato Antonio Canzian candidato sindaco, deve assumersi le proprie responsabilità politiche e dimettersi.
E mercoledì 1 luglio alle 17,30 presso la sala dei Savi a palazzo dei Capitani avrà luogo un incontro con gli elettori di Antonio Canzian, un popolo in subbuglio per non aver tagliato un traguardo a portata di mano per una manciata di voti che cerca i responsabili di questa situazione kafkiana.
Antonio Canzian e gli altri del gruppo consiliare Pd al Comune non vogliono disperdere il consenso espresso dalla metà della città, quella parte di cittadini che volevano una svolta per Ascoli. Ora la ribellione cova neppure tanto dissimulata.
E se la segretaria provinciale pensa di fare una semplice conta, tra maggioranza e minoranza nell'assemblea provinciale del Pd convocata per il 2 luglio, si troverà di fronte gli stessi attivisti della campagna elettorale pronti ad andare nei quartieri e tra la gente a spiegare il senso politico  di una sconfitta per 427 voti.
A collegare le responsabilità politiche ai nomi che hanno determinato questo risultato. A spiegare che non c'è stato dalle primarie in poi l'interesse per la sorte del partito e degli uomini e delle donne che in esso hanno creduto, ma visioni ristrette fatte di personalismi e alleanze per soli interessi personali. «Spiegheremo tutto questo alla gente  – dice Antonio Canzian – e se fino ad ora non si è compreso è questo il momento di far vedere se davvero c'è questo interesse per il futuro del Pd. Io ho tenuto unito il centrosinistra in città, altri in Provincia lo hanno spezzato. Da novembre ho dovuto sostenere attacchi continui. Ho dovuto legittimare addirittura un risultato che non doveva essere in discussione, quello delle primarie più volte sbandierate come la massima espressione della democrazia».
Gli fa eco Emilio Pignoloni.  «Ero anch'io candidato alla primarie del Pd – dice Pignoloni – e quando Antonio ha vinto per me è stato automatico porre il consenso da me ottenuto a servizio di Canzian che rappresentava la scelta della maggioranza del Pd, altri non l'hanno fatto. Ci sono stati tre mesi di guerra invece di pensare alla campagna elettorale». Si associano Pesarini e gli altri consiglieri. Rispedita al mittente la provocazione del boicottaggio di Emidio Mandozzi alle provinciali.
«Mandozzi – dice il coordinatore comunale, ora anche consigliere, Valentina Bellini – perde in tutte le sezioni ad Ascoli, non presenta i cosiddetti “picchi di disturbo” cioè quelle impennate vincenti in  qualche seggio della città, mentre Canzian ha risultato omogeneo tranne che in tre seggi». C'è da giurarci che il 1° luglio gli animi saranno surriscaldati. In città ancora il risultato gli elettori di Canzian non riescono a metabolizzarlo.