«Carta vince, carta perde: alcune utili riflessioni sul voto di Ascoli. Nel PD tanti sono quelli in grado di vedere dall'analisi del responso dei seggi quanto accaduto. Le cose che immediatamente saltano agli occhi, incontrovertibili, anche ad un'analisi abbastanza superficiale sono 4:
1- Nella città di Ascoli la candidatura di Canzian traina la candidatura di Mandozzi, in tutti i seggi, nessuno escluso. Quindi assolutamente nessun boicottaggio nei confronti del candidato provinciale. I voti di differenza tra i due candidati derivano dal fatto che Canzian era appoggiato da forze politiche (R.C, CI, SD, Lab x sinistra unita) che non sostenevano Mandozzi e dal voto di quanti pure essendo di destra hanno preferito Canzian (come persona) al candidato del centro-destra (voti personali quasi 900 di cui oltre 500 di voto disgiunto).
2- La candidatura di Mandozzi, nonostante il risultato alla fine accettabile, si è rivelata una candidatura debole e comunque troppo "compromessa" per distinguersi dall'amministrazione Rossi tanto che neppure in roccaforti tradizionali del PD sfonda;
3- Ancora una volta il centrosinistra di Ascoli perde le elezioni nelle frazioni: Mozzano, Marino, Venagrande. Nella città di Ascoli la prevalenza di Canzian è evidente, segno che la candidatura era quella giusta e che se lo stesso si fosse potuto dedicare un po' di più alla campagna elettorale e un
po' meno a difendersi dagli attacchi interni e degli amici dell'Udc, Dc, Psi, Alveare e SD sarebbe andata diversamente;
4- La vittoria di Castelli ad Ascoli è la vittoria di Celani. Guardando i dati delle sezioni di Ascoli risulta evidente come il candidato sindaco sia stato trainato in tutti i seggi. Una vittoria del centrosinistra in provincia avrebbe determinato una vittoria di Canzian nella città di Ascoli non di misura ma ampia. La scelta di non ricandidare Rossi (che avrebbe vinto al primo turno togliendo di mezzo Celani dalla campagna elettorale) oltre ad aver consegnato la Provincia alla destra ha direttamente determinato la sconfitta di Canzian in Comune.
Ora, se più o meno collegiale (i dubbi sono tanti:.in tanti probabilmente nelle riunioni del comitato non hanno alzato la mano contro ma quanti erano davvero convinti della scelta di non ricandidare Rossi?) è stata la scelta di scaricare Rossi e candidare Mandozzi come presidente anche se nessuno credeva
potesse essere una candidatura vincente chi ha deciso, dopo i risultati del primo turno che avevano assegnato a Mandozzi circa il 32% e a Rossi il 20% il non apparentamento? Chi ha deciso di tentare il tutto per tutto pur di non vedere il lavoro della futura giunta condizionato dal possibile voto dei
consiglieri di Rossi e di assessori che a lui avrebbero fatto riferimento?
Qualcuno ha, a tavolino stabilito che valeva la pena rischiare: o tutta la torta (riuscite ad immaginare la Giunta Mandozzi come sarebbe stata in caso di vittoria senza apparentamento con Rossi?) o niente! E' andata male, il risultato è niente e il prezzo di questa scommessa qualcuno dovrà pure pagarlo.
Non si può scommettere sulla pelle dei cittadini per interessi personali o di bottega e poi far finta che nulla sia successo».
Valerio Lupini