Dovrebbero avere il buon gusto di dimettersi e lasciare spazio al libero dibattito congressuale
Purtroppo, per poche centinaia di voti, il sogno (che evidentemente era anche della metà dei cittadini ascolani) non si è realizzato anche perché è stata una battaglia impari. Il candidato Antonio Canzian ha dovuto sostenere prima quella delle primarie e poi, contestualmente, quella per la legittimazione a candidato sindaco contro parte della dirigenza del suo stesso partito e l’altra contro la potente e costosissima macchina organizzativa e mediatica messa in campo da Guido Castelli. Tanto dispendio di energie e denaro hanno prodotto uno scarto in favore di Castelli di soli 420 voti e questo non fa che aumentare il rimpianto per quel che poteva essere e non è stato per colpa di chi, scientificamente per il proprio tornaconto e potere personale, ha consegnato Comune e Amministrazione provinciale al centrodestra, dividendo le forze del centrosinistra nella competizione elettorale in provincia e trascinando il disappunto, le divisioni, le reciproche diffidenze anche al livello comunale.
Chi da questo territorio ha ricevuto tanto di quel consenso unitario (mi pare quasi 15.000 voti) doveva avere il dovere morale e politico di unire e non di contribuire alle divisioni, prendendo posizioni a favore di alcuni a discapito di altri.
Quanto accaduto, per il bene futuro della nostra città e di tutto il territorio della nuova provincia ascolana, non può essere ricondotto nel solito inutile rito dell'analisi del voto che nulla cambia: i responsabili provinciali del PD, visto il bel capolavoro che hanno confezionato, dovrebbero avere il buon gusto di dimettersi e lasciare quindi spazio ad un libero dibattito congressuale privo di scorie retroattive e, per quanto riguarda il maggior responsabile politico di questa situazione proporrei a tutti quelli che hanno a cuore le sorti del pd e di tutto il centrosinistra una raccolta di firme dal tema: "MAI PIU' UN VOTO A LUCIANO AGOSTINI".