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Acqua privatizzata, le posizioni di Castelli e Canzian
Il Meetup di Ascoli aveva posto la questione in campagna elettorale. Ecco le risposte
Nella lettera degli operai del CIIP, si chiedeva l’intervento dei candidati sindaco sulla questione.
A pochi giorni dal ballottaggio CasaPound Italia –Ascoli Piceno chiede ai due aspiranti sindaci di chiarire la loro posizione al riguardo di un tema estremamente importante come la gestione dell’acqua, che non può essere glissato.
«L’acqua è un diritto e non una merce – spiega Giorgio Ferretti, responsabile provinciale di CasaPound Italia – noi siamo profondamente contrari alla privatizzazione del servizio e presto costituiremo un comitato cittadino, con l’obiettivo di modificare lo statuto comunale in modo da tutelare la gestione pubblica delle acque. I candidati devono spiegare ai cittadini cosa ne pensano al riguardo e come intendono agire, prima del ballottaggio. Fino ad oggi nessuno si è esposto, ma un chiarimento sul tema è quantomeno necessario per fugare tutti i dubbi».
«Come Meetup Amici di Beppe Grillo di Ascoli Piceno - fa sapere Domenico Gennari - avevamo posto la questione "acqua privatizzata" in fase di campagna elettorale»
Antonio Canzian ha così risposto: "Condivido pienamente l'idea ed il concetto di acqua "pubblica". L'acqua è un bene di tutti e non si può pensare di togliere un diritto inalienabile al cittadino solo per un ritorno economico. Penso di essere stato chiaro su questo e di aver incontrato le tue aspettative. Cercherò di essere un sindaco che lavora per il bene dei cittadini". Ecco invece la risposta di Guido Castelli: "La domanda tocca un tema importante e investe direttamente il Creato, nonché il ruolo che noi tutti abbiamo al suo interno. Siamo a favore della proprietà pubblica del mare, del cielo e della terra, come ha ricordato il Sommo Pontefice, nel messaggio ai politici del 01 gennaio 2009, il quale ha invitato la classe politica a mantenere il più alto senso di responsabilità nei confronti del Creato e di tutti gli elementi che lo compongono. Questo è un messaggio edificante che mi ispira profondamente e mi porta, non da ora, a ritenere pubblici (o meglio da destinare al bene comune) tutti gli elementi costitutivi dell’Universo. Non mi pongo, dunque, il problema in termini di proprietà. Mi sembra più appassionante porre la questione in termini di corretto e responsabile utilizzo delle risorse. I concetti di pubblico e privato ormai sono totalmente inadeguati ad affrontare in maniera sensibie le questioni universali. Personalmente preferisco esprimere il significato e la necessità di una visione culturale che, partendo dai presupposti della Dottrina sociale della Chiesa, sviluppi al massimo i principi di responsabilità, socialità e fratellanza universale".