la segreteria provinciale di Rifondazione Comunista tiene a precisare di non aver diffuso alcun indirizzo di preferenza o astensione ai propri iscritti e simpatizzanti; tanto più dal momento in cui a precise richieste non hanno fatto seguito chiare proposte né sugli aspetti programmatici né su quelli politici.
Certo fa impressione notare le stesse persone che fino a poche settimane fa ostentavano sicurezza e autosufficienza sperticarsi in appelli alla ricerca del consenso; che fine ha fatto il “partito a vocazione maggioritaria”, il “partito del 40%”, il “primo partito della provincia”?
A Rifondazione Comunista non interessa un dialogo basato su proposte spartitorie dei ruoli in Giunta Provinciale; ci pare invece indispensabile che i responsabili della spaccatura con la sinistra spieghino oggi per quale motivo gli elettori dovrebbero preferire il loro candidato a quello della destra, assumendosi la responsabilità del tracollo della loro coalizione e provando – se ne sono in grado – a caratterizzare la loro proposta con quei valori e quei metodi sostenuti dagli elettori di Massimo Rossi. In caso contrario ogni appello suonerà soltanto come il tentativo di mantenere posizioni di potere in un sistema contro il quale la sinistra da noi rappresentata non potrà smettere di lottare.