Terme di Offida, la vera causa della guerra a Rossi

Terme di Offida, la vera causa della guerra a Rossi

40 milioni di euro che dovrebbero essere investiti senza alcuna presenza di acqua sulfurea

La giustificazione ufficiale del Pd è quella della non condivisione da parte di Massimo Rossi di alcuni punti come l'arretramento dell'autostrada A14, il suo percorso di divisione del personale e del patrimonio tra le nuove province di Ascoli e Fermo.
La realtà è ben diversa: tutti la conoscono ma la nascondono alla gente normale. Vi diciamo solo che questa ragione si chiama “Terme di Offida” e tentiamo di dare un volto a questa sconosciuta che ha causato il travaglio interno al centrosinistra in Provincia.
Come da molti anni a questa parte, forse a partire dallo stesso Pci, passando per il Pds poi per i Ds, arrivando al Pd odierno, Offida ha avuto ruolo centrale nei passaggi a sinistra, negli accordi, nelle alleanze, nelle candidature ai livelli i più disparati.
Una sorta di nepotismo territoriale. Il salto di qualità il IL PROGETTO DELLE TERMEpaese del serpente l'ha compiuto con Dante Bartolomei che è stato per due volte consigliere regionale. Bartolomei, politico intelligente e di razza  che in Regione tesse relazioni, lascia, ma intanto prepara la strada ad altri che dal territorio di provenienza, l'Ascolano, dovrà prendere il suo posto.
Bartolomei deve purtroppo lasciare il testimone ad un conterraneo che certo non lo eguaglia in visione politica, ma dalla sua ha la fortuna di avere pochi concorrenti in campo in possesso di una dote fondamentale: essere di Offida. Si tratta di Luciano Agostini, che dopo una gavetta che parte dal Pci, diventa sindaco di Offida e sbarca in Regione grazie al serbatoio di voti che aveva costituito proprio dante Bartolomei.
Agostini in Regione arriva in giunta dove prima ha ruolo di assessore e poi, in altra legislatura, ne diventa vice presidente. Nel momento più critico per il Piceno, territorio attanagliato da una crisi vampiresca, Agostini pensa bene di ambire a poltrona più desiata, quella di parlamentare. La logica dell'appartenenza ad Offida è perno centrale della politica a sinistra dell'ultimo decennio. E' logica ferrea, dispotica, senza tentennamenti: si ordina dalla terra del serpente e si può solo obbedire e andare avanti politicamente o cadere definitivamente. Tutti i terreni sono gestiti, siano essi la cooperazione che il sindacato.
Questo rullo compressore nel 2004 si trova davanti un imprevisto che viene considerato un intoppo momentaneo: si chiama Massimo Rossi. Si corre per le elezioni provinciali e Rossi arriva da Grottammare dove ha ricoperto per due legislature la carica di sindaco. A suo favore  per la candidatura alla presidenza giocano due fattori: è un pupillo di Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione Comunista, e vola su ali tutt'altro che secondarie di un consenso popolare del 70 per cento ottenuto a Grottammare. La cittadina rivierasca l'ha rigirata come un calzino rendendola una piccola perla dell'Adriatico che non sfigura certo dinanzi alla più blasonata San Benedetto.
I Ds e Agostini avevano dovuto ingoiare il rospo. In realtà davano per scontato di candidare uno dei loro: Emidio Mandozzi , sindaco di Spinetoli. Rossi vince per l'Unione al primo turno la corsa per Palazzo San Filippo con largo margine sul candidato del centrodestra Gianluigi Scaltritti.
Per quattro anni la giunta Rossi va avanti ma nelle pieghe dell'amministrazione si fa strada un particolare progetto quello delle “Terme di Offida”. Un progetto che ha storia lunga, parte dal 2003 sul treno dove lo stesso Dante Bartolomei l'ha imbarcato: il contratto di programma del Piceno Consind della filiera agro-industriale.
Nel complesso è previsto un finanziamento di 40 milioni di euro in valuta odierna. Deve far diventare Offida la capitale del benessere marchigiano. Solo che c'è un “ma”: ad Offida non ci sono acque termali. Mia nonna, se fosse nata a Pioraco, di fronte a questa realtà  avrebbe risposto con il vecchio adagio “Li sordi fa ji l'acqua per in su” (i soldi fanno andare l'acqua in su).
E forse in base allo stesso detto ad Offida la politica ha pensato di programmare quella che può definirsi una cattedrale nel deserto. E qui la politica dettata dalla terra del serpente trova un ostacolo nella linearità della programmazione sostenibile praticata da sempre dal presidente Rossi. Una logica che lo fa pensare in questo modo “arcaico”: se Acquasanta Terme da sempre è un centro termale con tanto di acqua sulfurea e c'è pure un imprenditore che investe 20 milioni di euro, perché mai dobbiamo realizzare una struttura megagalattica con altezze da 8 piani (poi il progetto sarà rivisto) ad Offida dove il vino ci sarà pure ma di acqua sulfurea di certo nemmeno una goccia?
Per Massimo Rossi è un interrogativo così retorico da fargli pronunciare la frase:«per le terme di Offida dovranno passare sul mio cadavere». Detto fatto. Era la provocazione giusta. E allora apriti cielo con le infrastrutture, con la divisione della Provincia. Offida con Agostini, D'Angelo e Mandozzi, che regge il gioco, partono per la guerra che ora si sta loro ritorcendo contro  in questa campagna elettorale dove ampi strati di gente del Pd non è d'accordo con una guerra strumentale a Rossi e molti si candidano, nonostante avvisi non sempre piacevoli, nelle liste civiche a sostegno del presidente Rossi che, secondo il Sole24Ore, durante la sua amministrazione ha fatto risalire la Provincia di Ascoli di 22 posizioni in graduatoria e sempre secondo il giornale di Confindustria Rossi è il presidente di Provincia più amato delle Marche. 
Ragion per cui è logico supporre che al ballottaggio finiranno il candidato del centrodestra Piero Celani e il presidente uscente Massimo Rossi. Su Rossi poi c'è un elettorato così trasversale che arriva anche dallo stesso centrodestra, da quelli almeno che hanno avuto modo di stare a contatto di gomito sui tavoli della partecipazione alle scelte per far ripartire lo sviluppo del territorio.
Questa situazione dopo le elezioni non potrà non avere conseguenze, comunque la tornata elettorale vada, nella classe dirigente del Pd.