«C'è il rischio concretissimo di cancellare esperienze sanitarie»
per usare gentili eufemismi, eclettica ed elettorale. Il modello organizzativo della sanità regionale che, come è riconosciuto, ha dato buoni risultati sia sul versante della risposta sanitaria che su quello finanziario, ha concentrato la sua azione nella valorizzazione del ruolo delle zone territoriali. Ora, invece, parrebbe innescarsi con questa proposta non il percorso di razionalizzazione della rete ospedaliera che l'ultimo Piano sanitario regionale ha individuato, bensì una retromarcia pericolosissima verso la centralità dell'ospedale, con in più il rischio concretissimo di cancellare esperienze sanitarie nel caso in specie l'ospedale di San Benedetto del Tronto o quello di Ascoli, che abbisognano certo di interventi e investimenti ma che per questa via sono invece destinati alla marginalizzazione.
E' bene ricordare perciò che il Piano sanitario, il programma di mandato di questa legislatura, il percorso e gli indirizzi che hanno caratterizzato l'attuale maggioranza in questa e nella precedente legislatura sono tutti coerentemente, per quanto riguarda la sanità, incardinati nella valorizzazione del vigente modello organizzativo. La proposta di legge in questione, invece, vi confligge nel merito e nella lettera e, peggio, è maturata senza quel confronto necessario non solo nella maggioranza ma sul territorio e con il territorio, tanto che giustissime ci sembrano le riflessioni critiche nel metodo che già alcuni importanti amministratori del Piceno hanno avanzato.
Ci auguriamo che sia solo quello che vuole essere: un goffo spot elettorale. Nelle prossime settimane Rifondazione Comunista avvierà nel Piceno e non solo il confronto che avrebbe dovuto precedere una iniziativa legislativa come questa e porterà nella commissione sanità del Consiglio regionale la propria critica, la propria voce e la propria proposta, convinta che anche su questo si misura la possibilità di coesione di una maggioranza».