Castelli il ritardatario
L’incontro è in programma alle ore 18. E chi ci crede che a quell’ora si possa iniziare?
Regnicoli è il primo ad arrivare. Di gran carriera alle 18 e un minuto entra nella Rinascita. Seguono Gibellieri, Maurizi e Catalucci. Canzian, Cannelli e Ciccanti arrivano intorno alle 18,30. Castelli alle 19,10 fa il suo ingresso. Imperdonabile tardivo.
Catalucci e il walzer delle poltrone
Poco prima dell’inizio del dibattito, i posti dei candidati sono stati scelti. Sul tavolo le targhette con i nomi dei magnifici 8. Quatto quatto Catalucci prende il suo nome, lo sposta e lo mette tra Regnicoli e Castelli. Dov’era prima? Tra Canzian e la Maurizi. Mano lesta.
Maurizi a luci rosse
L’avvocato Giusy Maurizi non tradisce il suo look da Valentina di Crepax. «Basta col degrado e le siringhe in ogni angolo di città – dice – C’è bisogno di ritrovare un attimo di pomiciamento là rrete li mierghe». E rivolta a Castelli: «Tu pure Guido, ci sei mai venuto?». Provolona.
Maurizi judoka
«Tempo fa - rivela la “Valentina de noantri”- occupai Piazza Arringo col mio tatami da judoka». Avrei pagato per vederla.
Maurizi disturbata
La Maurizi fa un intervento. Castelli e Gibellieri (Gibellieri?Ah sì, c’era anche lui) non la ascoltano e chiacchierano tra di loro. «Scusate, ma io non vi ho disturbato – sbotta lei – Guido, chiamerò il presidente dell’ordine degli avvocati!». Ragazzacci.
Cannelli e Filippo Tommaso Marinetti
Castelli cita Marinetti. Cannelli fa il professorino e ricorda: «Caro Guido, Marinetti era colui che voleva bruciare le biblioteche». E Castelli: «Non ci sei proprio».
Cannelli e Piazza Arringo
Cannelli: «E’ difficile l’apertura di Piazza Arringo alla pedonalizzazione, perché sprofonderebbe».
Non l’ho ancora capita. Pazienza.
Regnicoli e la claque
Regnicoli a Castelli: «Basta con queste passerelle di politici». Dal pubblico parte un applauso. E Castelli: «Si è portato la claque».
Canzian e Castelli, battibecco sui numeri
Castelli: «Secondo i dati della Regione il turismo ascolano è cresciuto del 110% in 8 anni». Canzian ribatte: «Sono dati provinciali». Castelli lo bacchetta: «Eh no, riguardano Ascoli città. Antonio, devi studiare!».
Ciccanti, lo smemorato di Collegno
Ciccanti a Castelli: «Hai ragione, Guido, quando dici che il turismo negli ultimi anni è aumentato.
Ma mi dici cosa è stato fatto per legittimare questo risultato?». E Castelli: «Se vuoi, ce lo diciamo insieme». Sagace.
Ciccanti inventore
«Ho inventato io il sistema dei parcheggi coperti ad Ascoli – svela l’onorevole – Peccato che ne siano stati costruiti solo due». Archimede.
Ciccanti se ne va
Ciccanti parla da qualche minuto. Una signora tra il pubblico si alza e sbotta: «Basta, me ne vado. Lei sta offendendo la mia intelligenza». E Ciccanti: «Beh, complimenti per la sua intelligenza».
Si alza un altro signore in sala: «Ciccanti, deve rispettare i tempi!».
E l’onorevole: «C’è intolleranza qui, me ne vado. Non c’è libertà». Si alza e se ne va anche lui.
Ciccanti 2, il ritorno
Passano due minuti due, e Ciccanti torna: «Spero di poter esprimere in pace il mio pensiero».
Ciccanti, ultimo atto: La lite
Al termine dell’incontro, Ciccanti incontra la signora "ribelle" fuori dalla Rinascita ed inizia un acceso scambio di vedute.
«Sono trent’anni che c’è, basta. Lasci spazio ad altri – attacca la signora – Sono molto arrabbiata, sono arrabbiata per mia figlia che studia all'università fuori Ascoli, sono arrabbiata per tanti giovani che non trovano lavoro e lei, che prende 20 mila euro al mese, cosa ha fatto in 30 anni per questa città, in fondo tra quei 20 mila euro ci sono anche quelli pagati dagli ascolani. Se ne stia a casa, formi magari altre persone con le sue idee. Se ne vada e si goda la sua famiglia. Lo faccia per noi».
Ciccanti: «Lei vorrebbe ridurmi in silenzio, ma io non le darò questa soddisfazione. Io sono un uomo libero. Combatterò sempre contro i prepotenti come Lei».
«Ma si faccia un esame di coscienza» chiosa la signora, che gira i tacchi e se ne va.