/Divisione Provincia, 4 assessori replicano a Renzi
Divisione Provincia, 4 assessori replicano a Renzi
«Pura mossa elettorale. Renzi aveva bisogno di accreditarsi presso il nuovo schieramento»
verso i dipendenti della Provincia, ingiustamente presi di mira, e il rispetto verso il lavoro compiuto in questi anni con equilibrio, imparzialità, ossequio delle leggi, grande qualità ed impegno da assessori e consiglieri provinciali che hanno tutto il diritto a ricandidarsi e che costituiscono una garanzia di serietà e buon governo.
Probabilmente Renzi, portavoce di Unione Democratica, aveva bisogno di accreditarsi presso il suo nuovo schieramento e di legittimare la svolta politica cercando di attaccare chi ha lavorato in una condizione di obiettiva difficoltà per portare alla nascita le due nuove Province. Separare l’Ente è stato infatti un compito inedito e delicato per la necessità di ridurre la conflittualità creando il minor disagio possibile e salvaguardando al contempo gli equilibri di bilancio. Crediamo di esserci riusciti, se è vero che i due nuovi Enti potranno essere subito operativi.
Il paragone con Monza non regge: là c’è una provincia più piccola che si separa da una enormemente più grande, qui ci sono due Province che si dividono in parti quasi uguali, con il grosso del personale residente in una sola delle due e quindi con il grande problema di assicurare il funzionamento di entrambe riducendo al minimo i disagi per chi dovrà trasferirsi.
A Renzi ricordiamo inoltre che sulla ripartizione del personale la Giunta provinciale si è mossa sulla base di indirizzi del Consiglio, ha recepito l’accordo raggiunto dopo due anni di lavoro e 22 incontri tra le delegazioni trattanti di parte pubblica e di parte sindacale, ha operato in concertazione il commissario De Feis che ha recepito l’intesa condivisa dai Sindaci del Fermano. Questa prevede che ai lavoratori che volontariamente accetteranno di fare tutti i giorni 130 chilometri complessivi tra Ascoli e Fermo per il resto della loro vita lavorativa (saranno non più di una quarantina) venga riconosciuta un’indennità di trasferimento “una tantum” di circa 15.000 euro netti, senza ulteriori benefici.
E’ il caso di ricordare che si tratta di persone che guadagnano mediamente 1.200 euro al mese e anche meno, spesso con famiglia a carico, alle quali questi soldi basteranno sì e no per pagare il carburante per quattro/cinque anni, senza considerare altri costi come il pedaggio autostradale e l’usura del mezzo. A coloro che verranno trasferiti d’ufficio verrebbe invece riconosciuta esclusivamente una “indennità di disagio” che si traduce nel mero rimborso delle spese di viaggio sino al riassorbimento nell’ente di provenienza.
Quanto alla stabilizzazione dei lavoratori precari della Provincia (in parte anche residenti nel territorio fermano), ribadiamo che era un obiettivo di mandato dell’Amministrazione Provinciale dare una prospettiva lavorativa decorosa a 105 figure professionali, in gran parte in possesso di laurea, che hanno un età media di circa 35 anni, un’esperienza lavorativa all’interno dell’Ente variabile dai 4 agli 8 anni ed hanno sostenuto prove di selezione pubblica. Se si considera che ben il 95% degli stabilizzati aveva in precedenza svolto procedure concorsuali rivolte all’attivazione di collaborazioni continuative, stiamo parlando di persone che hanno superato non uno ma due e più concorsi!
Riguardo ai prepensionamenti, se è vero che comporteranno l’erogazione di una somma una tantum, è anche vero che tale uscita sarà però compensata da un corrispondente risparmio negli anni sulla spesa del personale. Senza considerare gli effetti sull’abbassamento dell’età media dell’organico e le competenze apportate dall’introduzione, proprio con le stabilizzazioni, di laureati dell’area tecnica.
Quanto alle posizioni organizzative, occorre sapere che la Giunta provinciale ha individuato esclusivamente le aree in cui queste figure andranno ad operare. L’assegnazione è infatti di competenza del Dirigente del Personale, sentita la conferenza dei dirigenti, sulla base dei curriculum e dei requisiti tecnico amministrativi, oltre all’anzianità di servizio, di chi ha fatto domanda. A Fermo lavoreranno quindi funzionari direttivi con una considerevole esperienza che avranno il non facile compito di avviare la macchina amministrativa della nuova Provincia».