nonché candidato sindaco del Comune di Ascoli, per analizzare le criticità dei servizi sanitari locali alla luce dei provvedimenti allo studio della zona territoriale n. 13.
Castelli ha pronunciato alcune considerazioni riguardo l'ipotetico invio degli esami di laboratorio, definiti di routine, da Ascoli Piceno all'ospedale di S. Benedetto del Tronto, evidenziando come dal punto di vista organizzativo la struttura di Ascoli Piceno abbia le potenzialità per gestire in maniera ottimale il lavoro richiesto dall'utenza: 11 laureati e 17 tecnici che garantiscono 1 milione 700 esami l'anno, con una guardia attiva 24 ore sia di tecnici sia di laureati e un'incidenza del 20% appena dell'attività dei laboratori privati; a fronte di 8 laureati e 12 tecnici dell'ospedale di San Benedetto per 950 mila esami l'anno e un'incidenza del 60% dell'attività dei laboratori privati. Una scelta incongrua, a cui si aggiunge la peculiarità, del Mazzoni di Ascoli Piceno, di presentare i reparti specialistici di Malattie infettive, Nefrologia, Ematologia ed Emodinamica. In virtù di questa ulteriore dotazione rispetto a San Benedetto, i tempi di refertazione si restringono a massimo 4 ore e 12 ore per quelli di routine interna.
"La sinistra sta progressivamente indebolendo il nostro ospedale - dichiara Guido Castelli - sulla base di una precisa strategia politico-sanitaria che mira a trasferire l'ospedale "Mazzoni" in un grande poliambulatorio.
Dopo la vicenda del laboratorio analisi, che il direttore Zuccatelli, "di stretta osservanza Pd", vorrebbe smantellare a favore dell'ospedale di San Benedetto del Tronto, l'ultima follia del centrosinistra prevede lo smantellamento del punto nascite dell'ospedale di Ascoli Piceno.
Un reparto in piena e perfetta attività, che peraltro con 808 nascite si pone in linea con i criteri regionali previsti in materia. La neonatologia del "Mazzoni" - aggiunge Castelli - che pure dovrebbe andare verso San Benedetto, è stata recentemente ristrutturata con i soldi dei contribuenti per 260 mila €. Vogliamo difendere il diritto di nascere ad Ascoli e scongiurare che, grazie alla sinistra, diventi l'unico capoluogo di provincia in Italia a non offrire un servizio di questo tipo. Anche importanti associazioni femminili, quali Fidapa, Agire libere e il Sorriso dell'Occidente, hanno annunciato il sostegno alla raccolta di firme contro il trasferimento del punto nascite. Insomma, è inaccettabile che tutto questo accada per faide e lotte di potere interne al centrosinistra.
Mi chiedo fino a quando dovremo pagarne il prezzo come cittadini ascolani: si parlava della PET, importante strumento diagnostico per i tumori, annunciata e mai realizzata; sembra poi che la chirurgia vascolare potrebbe prendere la strada di Fermo. Purtroppo il Comune di Ascoli Piceno sta assistendo inerme alla vicenda sanitaria per colpa di chi ha votato la sfiducia. In questo momento così delicato non abbiamo un sindaco. Chiederò pertanto al Commissario Straordinario di convocare l'assemblea dei sindaci per discutere delle problematiche sanitarie come previsto dalla legge regionale n. 13/03".