«Drammatici i dati del lavoro in provincia. Nessuno risparmiato dalla sua inazione politica»
Argomenti, sostiene Mandozzi, rispetto ai quali “Piero Celani non è molto ferrato. Non perché non sia all’altezza, ma perché non l’abbiamo mai visto all’opera”. In compenso gli abitanti della vallata del Tronto e di Spinetoli, dov’è stato sindaco, hanno invece visto lui all’opera e l’esperienza è stata drammatica.
A dirlo non sono io, ma i suoi alleati o ex di Rifondazione.
“La crisi occupazionale del Piceno - scrive il Circolo PRC di Spinetoli - non ha precedenti eppure il diretto interessato, l’Assessore al Lavoro, si candida al ruolo di protagonista assoluto, ad interprete del suo fallimento!! Alzando il sipario sulle sue incapacità”.
Incapacità che chiunque può constatare con un semplice tour delle aziende della vallata e a Spinetoli dove “Mandozzi è lo Tzunami”.
Uno tzunami, è sempre Rifondazione di Spinetoli che scrive, che ha reso la cittadina “una bella scatola vuota piena di nulla. Zone artigianali fatiscenti, che non producono occupazione. Scuole non a norma e sperpero di denaro pubblico per progetti virtuali. Viabilità approssimativa ….” Non c’è che dire.
E questo sarebbe il politico “ferrato” sul tema del lavoro e dell’occupazione? Non va meglio a livello provinciale dove Mandozzi ha recitato il ruolo di assessore al lavoro. E recitato molto male. A dirlo sono i dati. Le aride cifre.
Dalle stime del Centro Studi di Confindustria emerge infatti che il tasso di attività che il tasso di occupazione sono di molto inferiori sia a quello nazionale che a quello provinciale nel suo complesso.
Una recente indagine sulle famiglie marchigiane in rapporto alle modificazioni del mercato del lavoro (realizzato dall’Università Politecnica delle Marche e commissionato dalla Regione Marche, basato su un campione di 2.493 famiglie marchigiane) è emerso nella provincia di Ascoli Piceno un tasso di disoccupazione “percepito” pari al 10,9%, il più alto delle Marche.
E che dire della Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria aumentata, nel 2008, nella provincia di Ascoli Piceno di un + 218,6% rispetto all’anno precedente.
All’assessore al Lavoro della Provincia voglio anche ricordare come l’andamento degli ammortizzatori sociali quale la Cassa Integrazione Guadagni conferma le difficoltà che il sistema economico provinciale ha sperimentato nel corso del 2008. Forse Mandozzi non lo sa, troppo preso evidentemente dall’opera di autoincensamento, ma nel quarto trimestre 2008 gli interventi relativi alla Cassa Integrazione Straordinaria rispetto allo stesso periodo 2007, hanno registrato nella provincia di Ascoli Piceno un incremento del 686%.
Stessi drammatici dati per la mobilità.
In provincia siamo arrivati (anno 2008) a 2.694 lavoratori collocati in mobilità ponendoci al secondo posto nella regione.
“La politica con la P maiuscola – dice Mandozzi – è chiamata ad un colpo di reni” ma io direi che Mandozzi è chiamato a destarsi dal suo torpore e fare un passo indietro rispetto alle macerie che il suo assessorato e la sua politica, con la p minuscola, hanno provocato in questi anni.
Nessuno è stato risparmiato dalla sua inazione politica. Ne sanno qualcosa anche i tanti, troppi, giovani laureati e diplomati, illusi dal clamoroso fallimento di work experience. Dal 31 marzo sono tutti di nuovo precari e più di prima.
Sono stato accusato di essere il “grande assente”. Bene. Vorrei ricordare a Mandozzi che il sottoscritto non ha mai avuto, come sindaco, compiti specifici in materia di lavoro perchè propri della Provincia che mi ha coinvolto solo quando si doveva andare al capezzale delle aziende in crisi…
Il Piceno ha bisogno di una politica nuova. Di un nuovo modo di fare politica. Di una politica che non accorra a piangersi addosso.
Il Piceno ha bisogno di una nuova classe politica che monitorizzi giorno per giorno la situazione sul territorio, che sappia interpretare i segnali che da esso provengono ed essere pronta ad interagire per prendere le opportune decisioni ed iniziative atte a sostenere l’occupazione, il lavoro, l’imprenditoria.
Una politica che sia presente sul territorio con l’azione, che dia risposte in tempo immediato. Una politica che creda alle grandi capacità di questo territorio troppe volte, negli ultimi anni, abbandonato a se stesso dall’incapacità di una classe politica che non ha saputo interpretare i segnali che da esso venivano.
Noi crediamo in questo territorio. Nelle sue capacità, nella sua voglia di uscire dalla crisi. Crediamo nella tenacia e nella competenza dei lavoratori e degli imprenditori. Vogliamo essere al loro fianco con la politica dei fatti. Vogliamo loro dare una politica pronta ad ascoltare e soprattutto pronta a dare risposte. Vogliamo dare una politica nuova».