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Ue: aiuti ai Paesi dell'Est, ma non a Grecia e Irlanda
LItalia fruirà di 450 milioni di euro che andranno a finanziare due gasdotti
50 miliardi di euro.Questa misura di sostegno riguarda in particolare le capitali dell’Europa centro orientale colpite da una grave crisi finanziaria. In realtà l’aiuto è per i grandi gruppi bancari dell’europa occidentale che hanno aperto moltissime filiali nei paesi dell’est. Fino ad oggi Bruxelles ha impegnato 10 miliardi di euro per aiuti a Lettonia ed Ungheria, ma anche la Romania sta bussando alla porta della UE per avere aiuti consistenti.
Il Consiglio Europeo ha anche messo a disposizione 5 miliardi di euro di fondi della UE non spesi, per finanziarie importanti infrastrutture.
L’Italia fruirà di 450 milioni di euro che andranno a finanziare due gasdotti; uno verso l’Algeria e l’altro verso Grecia e Turchia,questo per assicurare all’Europa una diversificazione sugli approvvigionamenti di gas metano, dopo la crisi con la Russia di gennaio. Saranno anche finanziate interconnessioni elettriche tra la Calabria , la Sicilia e con Malta.
E’ stata anche approvata una iniziativa di cooperazione con la Georgia,l’Ucraina,la Bielorussia, la Moldova, l’Armenia e l’Azerbaigian finanziata con 600 milioni di euro, caldeggiata dalla Svezia, che nel prossimo semestre assumerà la presidenza della UE, e dalla Polonia, mentre più restie a questa cooperazione si sono mostrate la Spagna,la Francia e l’Italia orientate verso i Paesi del Mediterraneo.
Al termine del vertice è stato smentito un piano di salvataggio per i Paesi dell’area euro come Grecia ed Irlanda a rischio bancarotta, ma anche l’Austria non se la passa bene dal punto di vista finanziario, esposta come è con le sue banche verso l’est europeo.
Infine l’occupazione; tutti i leader si sono impegnati a ridurre al minimo la perdita dei posti di lavoro per non “emarginare le categorie più vulnerabili a rischio di esclusione sociale”.
Ogni Stato membro dovrà prendere adeguate misure sul proprio mercato del lavoro per contrastare la crisi.Le esperienze nazionali saranno oggetto di un confronto a maggio, insieme alle parti sociali di tutta Europa dal cui incontro dovranno uscire orientamenti concreti.