Canzian, la gente al centro del progetto Ascoli

Canzian, la gente al centro del progetto Ascoli

Il sindaco dei cittadini contro lobby e poteri forti. Impegno per lavoro e sicurezza sociale

pubblico numeroso che ha affollato il salone dei congressi della Camera di Commercio. Parlano prima loro, i cittadini. Sono i protagonisti veri del cambiamento di questa campagna elettorale di Antonio Canzian. Giovani, artigiani, professori universitari, pensionati, aprono la convention. Parlano di quello che vorrebbero si facesse per cambiare il modo di vivere in questa città. Lo fanno con naturalezza alcuni, altri con emozione.
E' comprensibile, non è così facile oggi potersi esprimere, dire la propria, sentirsi parte di un corpo più adeguato per produrre il cambiamento.
E qui la gente si sente rassicurata da uno striscione teso a coprire il “conformismo” congressuale: copre un tavolo tecnologico per relatori. Questi oggi non ci sono e ognuno può interpretare la propria parte, ci sono tutti gli strumenti a disposizione: lo striscione che dice “Un nuovo modo di governare la città: il tuo”, un microfono e un leggio.ANTONIO CANZIAN INTERVENTO CONVENTION
Si va in scena a dire ciò che si pensa. Il candidato sindaco sta ad ascoltare le opinioni, i suggerimenti. Il suo è un ruolo di comprimario che si è scelto insieme al protagonista vero: i cittadini, quelli che già conoscono le sue doti a servizio della comunità prima che in politica nel campo professionale. Lui, medico ospedaliero, che non ha fatto carriera con la politica come altri.
Oggi si è scelto il ruolo di collante dei bisogni degli ascolani che vorranno sceglierlo per guidare l'Arengo.
Ha idee chiare e realistiche su quello che ci sarebbe da fare, le ha colte parlando con la gente, confronterà le sue idee con tutti quei cittadini che incontrerà d'ora in avanti.
Ribadisce nel suo intervento a chiusura della convention che sarà il sindaco della gente contro lobby e poteri forti. Una riposta netta anche per quella artigiana tremante che dice «in questa città lavorano sempre quelli che sono amici di...».
Lo dice qui, emozionata, perché sa che ha le garanzie per poter affermare quella riflessione trattenuta a stento e per anni dentro di sé, «pesante». Antonio Canzian risveglia dunque la voglia di riscatto, della città a misura d'uomo, che vuole essere al centro delle Marche e vuole scrollarsi di dosso l'appellativo di “marca sporca”. Rifugge il candidato sindaco dall'idea di un Abruzzo calamita di Ascoli. Rivendica il ruolo di un capoluogo di provincia di nuovo valore e che vuole sradicare l'isolamento nel quale l'ha costretto un decennio di centrodestra.
Punta al cuore dei bisogni veri delle persone: lavoro e sicurezza sociale. Finito l'assistenzialismo della ex cassa del Mezzogiorno, Canzian vuole imprenditori nuovi perché i giovani non debbano portare le proprie competenze intellettuali fuori dalla propria città che per questa fuga vede crescere la popolazione anziana.
Non il piano casa di Berlusconi, ma appartamenti vicini alle tasche dei meno abbienti, affitti facilitati grazie ad abbattimenti fiscali per quei proprietari che collaboreranno con il Comune in questo impegno sociale. E' facile per Antonio Canzian parlare di piano regolatore dei cittadini, di un Comune che vuole una “buona scuola”, svestendo i panni di semplice erogatore di servizi, ma interagendo con genitori docenti e studenti.
Eppoi Monticelli e centro storico da riqualificare, con lo sviluppo universitario perno centrale per la crescita della città sia dal punto di vista culturale che residenziale e quindi economico. E un piano sosta da ribaltare e la convenzione per i parcheggi con la Saba Italia Spa da smontare. E' solo la prima tappa di un processo di cambiamento ideale che poggia su un “terapia” studiata, ma che attende contributi ulteriori dagli ascolani: tantissimi occhi per scattare una fotografia panoramica e tridimensionale di una nuova Ascoli.